Vietato circolare in barca tra i Faraglioni, e tuffarsi, come nei romantici spot pubblicitari di un tempo che hanno saputo lasciare un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Bandita anche la pesca subacquea lungo tutta l’isola, necessaria l’autorizzazione per ormeggiare sul versante occidentale, a ridosso della selvaggia Cala del Rio. Stop anche agli accessi indiscriminati a Marina Piccola.
Sono questi alcuni dei provvedimenti intrapresi dai comuni di Capri ed Anacapri finalizzati all’istituzione dell’area marina protetta: come si legge sull’edizione digitale del quotidiano “La Repubblica Napoli” in un articolo a firma di Pasquale Raicaldo, le due amministrazioni hanno pubblicato infatti, nella giornata di ieri, sui rispettivi portali web, i dossier tramite i quali l’Istituto superiore peer la protezione e la ricerca ambientale ha proposto una prima ipotesi di zonizzazione del parco.
La zona dei Faraglioni sarà contraddistinta dalla “riserva integrale”: le nuove normative potrebbero, così, vietare molte delle pratiche diffuse, su tutte quella del transito delle barche tra gli iconici scogli.
Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni ambientaliste per i provvedimenti in corso di assunzione da parte dei comuni dell’isola azzurra, in particolar modo da Legambiente: «Ci appelliamo al senso di responsabilità dei capresi – ha commentato al quotidiano Repubblica il responsabile del locale circolo dell’organizzazione Nabil Pulita – le categorie di chi vive del mare abbiano lungimiranza e strutturino con le amministrazioni il miglior vestito su misura per Capri, nel rispetto della sostenibilità ambientale».
«Ma l’area marina protetta servirà soprattutto a rimarcare l’importanza di un’efficace salvaguardia delle nostre coste, sempre più minacciate negli ultimi anni dall’aggressione di speculatori senza scrupoli», il commento dell’assessora delegata al ramo del comune di Capri Paola Mazzina.
