Gli antichi filosofi amavano degustare del buon vino e il Falerno del Massico, con il suo gusto intenso e la sua persistenza, è annoverato tra i migliori vini d’Italia.

Denominazione di Origine Controllata dal 1989, il Falerno è a tutti gli effetti il più celebre tra i vini citati in letteratura.

“Nec cellis ideo contende Falernis”, “Ma anche questo non può competere con il Falerno”, scriveva Virgilio nelle Georgiche. E se lo diceva il sommo poeta c’è da crederci.

Un vino dunque con una storia molto risalente, che parte da lontano e, sicuramente, arriverà lontano, per uno dei prodotti di gran lunga più riconoscibili del nostro territorio

Le versioni

Il Falerno del Massico viene prodotto in tre versioni principali:

  • Bianco (100% vitigno Falanghina)
  • Rosso (60-90% Aglianico, 10-40% Piedirosso, 20% di Barbera o Cabernet o Primitivo)
  • Primitivo (prevalentemente Primitivo o in purezza o in uvaggio)

Nasce dall’unione di uve di Aglianico e Piedirosso selezionate e raccolte ai piedi del vulcano di Roccamonfina, in provincia di Caserta. Ricchezza e composizione del suolo rappresentano i suoi punti di forza e garantiscono un prodotto finale d’eccellenza.

Il Falerno ha un profumo intenso e complesso di frutti neri, ciliegia, more e lamponi. Presenta un sapore pieno, caldo, robusto, elegante e complessivamente armonico.

Le cantine più popolari per il Falerno

  • Falerno del Massico Moio: nel cuore di Mondragone, centro nevralgico del Falerno, sorgono le Cantine Moio. Al commendatore Michele Moio si deve l’intuizione di aver compreso, sin dagli anni ’50, che la trasformazione del Primitivo coltivato su quei terreni sarebbe diventato un vino d’eccellenza, fratello contemporaneo del blasonato vino romano. Tra le etichette della cantina Moio: il Gaurano e il Moio57.
  • Falerno del Massico Villa Matilde: è grazie al coraggio e all’intuizione di Francesco Paolo Avallone che il Falerno, negli anni ’70, venne salvato dall’oblio e riportato all’antico splendore e sulle nostre tavole. Docente universitario e appassionato di vino, insieme ad un gruppo di amici, cercò e piantò i ceppi originari del Falerno riprendendo la produzione autentica dell’antica Roma. Il resto è storia. Tra le linee più importanti e premiate della cantina citiamo: il Cecubo, il Vigna Camarato e il Vigna Caracci.
  • Falerno del Massico Papa: modernità e tradizione si intrecciano e si fondano nella Cantina Papa che, dal 1933, coltiva e imbottiglia il Falerno. Dal 1990, poi, assistiamo alla svolta internazionale che ha portato la cantina a perfezionare macchinari e procedure di vinificazione.
    Tra le linee più premiate e apprezzate della cantina citiamo: Campantuono (Doc), Conclave (Doc) e Fastignano (Igt).
  • Falerno del Massico Regina Viarum: Nel cuore dell’Appia (l’antica regina viarum romana), la cantina, condotta da Pasquale Angelino, nasce ufficialmente nel 1999 ma affonda le sue radici a inizi ‘900. L’azienda produce il Primitivo e le sue linee di punta sono: Barone, Passito e Zer05.
  • Falerno del Massico Santoro: nasce nel 2003 dalla volontà di Pasquale Santoro, fondatore dell’impresa, e di suo figlio Michele che recuperano e ammodernano i vecchi vigneti e i macchinari di famiglia. Tra i vigneti ereditati alcune piante ultracentenarie. Dal 2009 i vini prodotti dalla cantina Santoro sono Doc. Tra i vini più apprezzati della citiamo: il Casavaratta e l’Orazio.
  • Falerno del Massico Zannini: viticoltori dal 1800, hanno scritto la storia della viticoltura italiana: dalle cantine scavate nel tufo alle botti di legno fino a quelle moderne in acciaio. Un’unica costante: la produzione e l’imbottigliamento del Falerno Doc. Tra i vini di maggior successo legati alla cantina ricordiamo il Campierti e il Campierti Riseva.
Fonte Foto: Fratelli di Vino

Quali sono i prezzi per una buona bottiglia di Falerno?

I prezzi di questo vino straordinario variano in base all’anno di imbottigliamento e al prestigio delle uve contenute nella singola bottiglia. Si va dai 13,90 di un rosso doc ai 39,00 euro di un Villa Matilde riserva 2006.

Consigli per l’abbinamento: ecco cosa ne pensa lo chef

Il Falerno è un vino strutturato e corposo pertanto si consiglia di abbinarlo a carni rosse alla brace, carni brasate e primi piatti gustosi e sofisticati come paste ripiene della tradizione italiana. Da non sottovalutare l’abbinamento ad antipasti e primi piatti di pesce.

Si tratta di un vino che è stato considerato per anni difficile da abbinare e che officina, finalmente, sta tornando con una certa frequenza sulle nostre tavole.

Provatelo, anche perché ha davvero molto da offrire, anche se non è forse uno dei nomi di vini più comuni che siamo soliti sentire nel nostro Paese.