Un’etichetta per i vini potrebbe rivoluzionare l’approccio al prodotto? Per un italiano su due sì. Ma ci sono tanti forse da corollario a una piccola rivoluzione che coinvolgerà Bacco. Ne abbiamo discusso con Luigi Reale, per tutti Gigino.
Produttore a capo dell’azienda omonima a Tramonti, quella di Luigi Reale è una famiglia di ristoratori con la passione innata per il vino. In particolare il Tintore.
Dal 2002 Luigi ha deciso di dar vita al sogno nel cassetto, quella cantina che oggi porta il nome di famiglia. E che oggi, dopo una pandemia e un conflitto mondiale, si trova a far fronte con una nuova, imprevista, questione: l’etichettatura del vino.
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L’Irlanda, prima in Europa, ha adottato un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati“.
La norma è stata notificata a giugno da Dublino a Bruxelles. Il via libera è arrivato nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici nell’ambito del piano per battere il cancro.
Tra filiere sul bere responsabile e fronte del no, la Coldiretti ha stimato che le etichette potrebbero mettere a rischio fino a 14 miliardi di euro. La Costa d’Amalfi è, in Campania, tra le aree felix per la produzione.
Tantissime le etichette che, tra gli agrumi che degradano a mare e arenili romantici, si dispongono nei terrazzamenti della Divina. A Luigi Reale abbiamo chiesto quali sono i pareri degli imprenditori in merito.
Faremo una lotta di categoria perché il vino non dev’essere ostaggio di etichettature. Già oggi – spiega Reale – in bottiglia vengono messe una lunga serie di avvertimenti per la salute“.
Non credo che gli avvisi sui rischi connessi al consumo di vino possano influenzare in maniera decisa le vendite. Io parlo da produttore: l’etichettatura va contro l’etica del nostro lavoro: in bottiglia finisce un vino realizzato con prodotti naturali“.
Imprenditoria 2023: come sono cambiate le cantine alla soglia del lavoro post-covid: “Abbiamo, purtroppo, dovuto fare i conti con la crisi. Tante insegne della Costa d’Amalfi hanno chiuso i battenti con conseguenze dirette anche per le cantine. Per fortuna, il mercato estero – che rappresenta il 35% degli incassi complessivi – non ha subito forti contrazioni e ci ha permesso di superare il difficile momento storico“.
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