Alda Merini ha sperimentato direttamente quanto la genialità possa rivelarsi sia un dono che qualcosa di poco positivo, specialmente quando non è riconosciuta da coloro che dovrebbero offrire protezione e sostegno.

Per fortuna, c’è stata una figura, quella del dottor Enzo Gabrici, un neuropsichiatra, il cui supporto è stato fondamentale per il suo processo di guarigione. Ma chi era davvero Enzo Gabrici? Scopriamo nel dettaglio la sua storia vera e qual è stato il rapporto con la poetessa.

Il primo ricovero in un istituto psichiatrico

Alda Merini è nata nel 1931 a Milano. A causa degli eventi bellici, insieme alla madre e al fratello più piccolo, è stata costretta a rifugiarsi a Vercelli. Con la fine della guerra, la sua famiglia si è riunita e, nonostante le difficoltà economiche, la vita di Alda Merini sembrava procedere piuttosto bene.

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La sua giornata era caratterizzata dall’uso della sua amata penna, che fin dall’età di 15 anni la portò a distinguersi per le sue poesie e i suoi scritti. Questi hanno ricevuto l’attenzione anche da parte dello scrittore e poeta Giacinto Spagnoletti. Ma l’entusiasmo mostrato dallo scrittore non fu condiviso dal padre di Alda, che si è mostrato decisamente contrario alla carriera letteraria della figlia.

I contrasti familiari hanno avuto un grande impatto su Alda Merini, tanto che nel 1947, all’età di 16 anni, è stata ricoverata in una clinica psichiatrica, nella quale è stata effettuata la diagnosi di un disturbo bipolare.

Dopo aver lasciato l’istituto psichiatrico, il suo desiderio di conoscenza continua a dominare in ogni momento della sua vita. La scrittura poetica diventa il suo principale mezzo di espressione e questa passione cresce ancora di più dopo il suo matrimonio con Ettore Carniti, nozze che sono avvenute nel 1953 e dalle quali sono nate quattro figlie.

La relazione tra i due è stata segnata, però, da alcune tensioni a causa delle divergenze caratteriali. Lei è appassionata di cultura, curiosa e sensibile. Lui, invece, non condivide gli interessi della moglie. Il terreno comune tra i due era rappresentato dalla loro determinazione, qualità che manifestavano soprattutto durante i loro contrasti. Dopo uno scontro molto forte, Ettore ha preso la decisione di farla ricoverare in un ospedale psichiatrico a Milano.

La fase oscura della sua vita e l’incontro con Enzo Gabrici

Durante la fase più oscura della sua vita, Alda è riuscita a scorgere una speranza grazie all’incontro con il dottor Enzo Gabrici, direttore dell’istituto Paolo Pini, in cui la poetessa si trovava. Il medico ha riconosciuto in Alda Merini la passione per il sapere che l’ha sempre caratterizzata.

La donna è stata colpita subito dalla cortesia del dottore. Ha raccontato che un giorno apparve nella sala un medico elegante e di buone maniere, che la osservò attentamente e le chiese chi fosse, domanda a cui lei però non rispose.

Alda Merini ha raccontato che lo psichiatra la invitò nel suo ufficio per iniziare un percorso di psicoterapia, che è stato condotto con grande amore da questo uomo. Il dottor Gabrici riconosceva che Alda non apparteneva a quel luogo, che in lei ardeva una passione che, nonostante fosse stata soppressa negli anni, non era mai realmente scomparsa. È stato lui a motivarla a canalizzare il suo vero sé attraverso la scrittura, offrendole gli strumenti necessari.

Un giorno le fece una sorpresa mostrandole una macchina da scrivere che aveva messo a sua disposizione, nonostante lei non avesse mai parlato dei suoi interessi letterari. Lo psichiatra la incoraggiò a dedicarsi alla scrittura di poesie, permettendo così alla sua creatività di rifiorire.