Elena Di Cioccio è conosciuta soprattutto come conduttrice e inviata delle Iene, anche se ha cominciato la sua carriera soprattutto come presentatrice radiofonica. Di recente, durante una puntata delle Iene, ha raccontato della sua sieropositività, che ha tenuto nascosta per molti anni.
Una notizia che, quando è stata ricevuta dalla stessa diretta interessata, ha travolto completamente la sua vita. Ma chi è in particolare Elena Di Cioccio? Che cosa sappiamo su di lei?
Elena Di Cioccio è nata il 16 settembre del 1974 a Milano. Suo padre era un cantante e batterista della PFM. Elena respira in casa l’aria della musica e dell’arte, per questo inizia ad esibirsi già da giovane come cantante rock nei vari club milanesi. Poi inizia a lavorare come presentatrice radiofonica in alcune radio private, fino ad arrivare a radio di livello internazionale, come RDS, Radio DeeJay e Radio 2.
In TV arriva come vj su All Music. Nel 2009 le viene affidata la conduzione del programma Scorie, trasmissione televisiva che andava in onda su Rai 2. Nel frattempo Elena Di Cioccio si dedica anche al teatro e al cinema. Nel 2015 ha partecipato come concorrente al programma Tale e Quale Show e nel 2017 ha fatto parte del cast di Celebrity Masterchef Italia.
Della madre di Elena Di Cioccio sappiamo che le ha procurato un grave lutto. Infatti qualche anno fa la conduttrice di cui stiamo parlando ha dovuto affrontare un momento di grande difficoltà, per il suicidio della madre stessa. Non è stata sempre facile la vita per Elena Di Cioccio, perché ha dovuto fronteggiare anche la morte di un fratello, quando aveva soltanto tre anni, che è deceduto in seguito ad un soffocamento.
All’inizio, quando ha saputo di essere sieropositiva, ha nascosto a tutti il suo problema. Aveva paura di morire e di poter fare del male a qualcuno contagiandolo. Aveva detto da questo punto di vista che non se lo sarebbe mai perdonato, che non è mai successo e che per fortuna non ha mai contagiato nessuno.
Ha passato 21 anni in preda a questa condizione, ma nel frattempo le terapie miglioravano e le hanno consentito di vivere sempre più a lungo. Ha vissuto la sua “malattia” come se fosse una colpa. Aveva paura dei pregiudizi della gente e per difendersi ha nascosto tutto, iniziando a vivere una specie di doppia vita.
Oggi si è negativizzata e finché continua a curarsi non può infettare nessuno. Ha ripreso in mano le chiavi della sua vita.
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