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Amalfi, il Duomo si illumina di rosso per la giornata contro la violenza sulle donne

Il Duomo di Amalfi si illumina di rosso in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il monumento simbolico della Costa d’Amalfi diviene, dunque, protagonista nel trasmettere un messaggio chiaro contro ogni forma di violenza verso le donne, dal femminicidio sino all’odio emergente che serpeggia attraverso la rete.

L’amministrazione comunale di Amalfi, guidata dal sindaco Daniele Milano, ha deciso di rinnovare ancora una volta il messaggio contro ogni forma di violenza, di sudditanza psicologica o di sottomissione economica, attraverso il monumento simbolo della città e della Costiera Amalfitana, vale a dire la Cattedrale di Sant’Andrea, riconosciuta in tutto il mondo: le arcate, la facciata, le scale si colorano di rosso, in una sintesi visiva dell’urlo del dolore per scardinare le coscienze.

 

Sono, purtroppo, ancora drammatici i dati relativi al femminicidio: nel mondo, infatti, circa una donna su tre è vittima di violenza.

Secondo i dati presentati dal Ministero degli Interni negli scorsi giorni, dal primo gennaio 2022 al 13 novembre sono 96 le donne uccise in Italia, di cui 84 in ambito familiare affettivo. Di queste, 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex.

Rispetto allo stesso periodo del 2021 si registra, complessivamente, un calo delle vittime del femminicidio: diminuisce, infatti, il numero di morti di genere femminile (-7%).

Una diminuzione si rileva, inoltre, per gli omicidi di donne commessi in ambito familiare, o, comunque, affettivo, che da 88 passano a 84 (-5%). Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta, inoltre, in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 65 scendono a 53 (-18%), sia le relative vittime donne, che passano da 59 a 49 (-17%).

I dati, seppur in lieve calo, non bastano ad abbassare la guardia su un fenomeno che, purtroppo, è particolarmente diffuso nella nostra società: lo testimoniano, del resto, recenti episodi accaduti anche nel Salernitano.

«Non si può rimanere indifferenti, occorre intervenire con urgenza per arginare qualsiasi forma di maltrattamenti. La prevenzione e il contrasto al femminicidio va realizzata ogni giorno – evidenzia l’Assessore alle Politiche Sociali, Francesca GarganoLa leggera flessione del numero delle vittime nell’ultimo anno non deve arretrare l’azione di sensibilizzazione. Occorre ampliare il sistema di protezione: infatti, se l’ultimo dossier Istat delinea nel 2020 una crescita del servizio di Centri Anti Violenza (CAV) e delle case rifugio, tuttavia denota come queste si concentrino soprattutto al nord. È indispensabile ridurre questo divario che esiste nel Paese».

Infatti, secondo i dati diffusi dalla Polizia di Stato sulla violenza di genere nel 2022, il femminicidio sarebbe l’apice di una spirale di violenza che, spesso, si alimenta nello stesso ambiente domestico.

Prima di esser uccise, infatti, sono state 86 le donne ogni giorno sono vittime di reati in Italia: un numero di ben quattro volte superiore alle vittime di sesso maschile.

Ad aggravare, ulteriormente la situazione, inoltre, è un altro dato importante su cui riflettere: nel 35% dei casi gli episodi di maltrattamenti, di violenza sessuale e di stalking avvengono per mano del proprio convivente.

«Come afferma Papa Francesco, “non si può ignorare il grido delle vittime di violenza, sintomo di degrado per tutta l’umanità” – aggiunge l’assessore alla Cultura, Enza Cobalto Un odio che si amplifica anche tra i giovani attraverso il web e i social network, con episodi di cyberbullismo, revenge porn, sessismo e misoginia online, nella maggior parte dei casi non denunciati. È indispensabile fornire tutela economica e giuridica a fronte dei maltrattamenti, garantendo soprattutto l’autonomia finanziaria. La carenza di occupazione femminile e la dipendenza economica del partner diventano una forma di ricatto che imprigiona. Come Amministrazione stiamo lavorando alla sensibilizzazione, soprattutto a partire dai giovani, per formare generazioni che si sentano libere, che non abbiano paura di sentirsi giudicate, attive nella società nel rispetto dei diritti umani, a partire dall’uso delle parole. La violenza non ha colori o generi: è violenza e basta e va combattuta ogni giorno».

 

Andrea Bignardi

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