Verifica delle modalità e dei punti di prelievo ai sensi di legge. Non si è fatta attendere la reazione del comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana dopo la notizia, uscita ieri sul nostro portale, del divieto di balneazione lungo la costa del comune di Maiori.

L’amministrazione comunale ha il dovere di difendere cittadini ed aziende e non speculare su presunte notizie per finalità diverse“. È l’incipit della nota, pubblicata nella tarda mattinata di ieri, dal comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana. Il piccato commento è arrivato dopo l’articolo, uscito ieri sul nostro portale, inerente la qualità delle acque prospicienti il comune di Maiori.

Attraverso un’ordinanza, lo scorso 16 giugno, l’Amministrazione ha dato seguito ai prelievi dell’Arpac, che avevano confezionato parere sfavorevole sulla balneabilità dello specchio acqueo.

Il prelievo nei punti denominati Spiaggia Maiori 1 e 2. Un chilometro di costa che va dalle porte di Maiori fino al porto della città, nell’ambito di un programma dell’agenzia Arpac. La mission è rendere sicura la balneazione nelle acque della Campania per turisti e residenti.

I parametri microbiologici determinanti ai fini della balneabilità sono principalmente legati alla presenza, nelle acque, dei batteri enterococchi intestinali ed escherichia coli. Entrambi oltre la soglia consentita sul litorale che va dai 50mt a est della foce del fiume Reginna Major a 100 mt ovest rispetto alla Torre Normanna (chiamata, per motivi di semplificazione, Spiaggia Maiori 1).

Al contempo, nel punto che va dalla parte est del porto a 80 metri a ovest della foce del fiume (denominata Spiaggia Maiori 2) eccede il limite di tollerabilità la presenza di enterococchi intestinali.

Il comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana ha così voluto commentare la notizia. Leggi qui l’approfondimento.

Le analisi condotte al termine degli impianti di trattamento di Maiori hanno sempre dato risultato “eccellente” di qualità delle acque. Si deve pretendere la verifica delle modalità e dei punti di prelievo ai sensi di legge (la media delle 24 ore su punto finale del trattamento di depurazione) come attestato altresì dalla stessa sentenza emessa dal Tribunale di Salerno proprio sul presunto (ma inesistente) inquinamento ambientale a Maiori“.

Inoltre – prosegue la nota – andrebbe verificata l’effettiva causa di detto presunto inquinamento. Infatti la foce del fiume Reghinna riceve anche i reflui del depuratore di Tramonti oltre alle recenti piogge che hanno senz’altro influito“, chiosa il gruppo.

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