Il film del 2016: Diritto di contare, arrivato in Italia nel 2017, ha a suscitato molti dubbi sulla veridicità della storia. Ancora oggi si parla di un romanzo inventato, ma la storia ha dei fondi di verità.

Probabilmente i dubbi sono nati poiché il film ha molte tipiche sequenze della cinematografia della commedia americana, a cui ormai siamo abituati. Tuttavia è stato un film che ha ricevuto 3 candidature all’oscar. Ha vinto poi innumerevoli premi per regia, fotografia, interpretazione e colonna sonora.

A limitare le sue possibilità di una vittoria dell’ambita statuetta d’oro è stato il problema della distribuzione nei cinema americani. Diritto di contare ha avuto dei rallentamenti di diffusione per cause di carenza di fondi economici. In Italia è arrivato addirittura un anno dopo che era stato candidato all’oscar.

Riadattamento del libro

La trama della pellicola: Diritto di contare, è tratta da un libro che ha avuto un discreto successo in America, ma solo dopo l’uscita del film è diventato un best seller.

Alcuni opinionisti cinematografici non hanno apprezzato il riadattamento cinematografico. Cosa che però non può essere assolutamente una colpa poiché quello che viene scritto diventa difficile poi da mostrare con le immagini. Per trasmettere delle emozioni è normale che ci siano dei cambiamenti.

Noi ci accodiamo alla critica sulle scene “inutili”, quelle che sono presenti nelle commedie del continente a stelle e strisce che sminuiscono il tema centrale della segregazione razziale. Tirando le somme la pellicola è bene riuscita, ma a questo punto c’è da chiedersi se il film: Diritto di contare, è tratto da un libro, il libro è tratto da una storia vera?

Come detto la confusione nasce dalla differenza tra libro e pellicola.

Leggi anche: Diritto di contare, la vera storia della protagonista Katherine Johnson

Diritto di contare, ma è una storia vera?

Ora sappiamo la verità. Il libro di Diritto di contare è una storia vera a sua volta tratto da un saggio, scritto da Margot Lee Shetterly, sulla biografia della vita di Mary jackson. Quest’ultima lavorava come “calcolatrice” alla NASA durate il progetto per arrivare nello spazio.

Leggi anche: Diritto di contare, Dorothy Vaughan è esistita veramente? La storia vera

Le protagoniste del film sono realmente esistite e proprio loro hanno superato la discriminazione della segregazione raziale all’interno della NASA. Purtroppo, negli anni tra il 1930 e il 1960, non vennero resi mai noti i nomi di chi aveva contribuito attivamente al primo lancio nello spazio. Come mai? Perché a lavorare al progetto c’erano delle donne, comunque anch’esse sminuite nel confronto con gli uomini, è per la presenza di una donna di colore, tale Mary Jackson.

Concludiamo che in questa pellicola, Diritto di contare, i temi principali sono segregazione razziale e sessismo.