Non ci sarà obbligo di assoggettare a valutazione d’impatto ambientale il progetto di adeguamento funzionale dell’impianto di depurazione di Positano.

Lo ha stabilito la sezione distaccata di Salerno del Tar Campania che ha accolto il ricordo dell’Ausino contro il decreto regionale 56 dello scorso Marzo ed il parere negativo del Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Punta Campanella dello scorso Novembre.

Il ricorso proposto dall’ente che cura la gestione dell’impianto, l’Ausino, è stato accolto così dal Tar, che, dunque, ha ritenuto non necessario procedere a un ulteriore passaggio preliminare di valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto.

La valutazione era stata considerata necessaria dalla Regione Campania (intervenuta con un decreto lo scorso 3 Marzo) per vari motivi: su tutti il possibile impatto negativo sulla salute umana per il fatto che i reflui confluiscono, dopo appena 150 metri attraversati su una superficie pavimentata, su di un arenile frequentato da persone.

Altro elemento che ha spinto la Regione a ritenere necessaria la Via è stata la potenziale incidenza negativa sull’habitat dei fondali dell’oasi di Punta Campanella e Capri, in particolare quello della posidonia.

Non a caso, proprio dal Consorzio di Gestione dell’area era stato rilasciato anche un parere negativo sull’intervento. Last but not least, tra gli altri motivi che hanno fatto propendere Palazzo Santa Lucia alla Via anche l’impatto acustico e le emissioni odorigene dell’impianto, peraltro in prossimità di una scuola (a circa dieci metri) e di edifici residenziali (a poco più di venti).

Elementi, questi ultimi, tutti criticati dalla società ricorrente, l’Ausino, per la quale i potenziali impatti ambientali negativi sarebbero stati ingiustamente attribuiti all’intervento da parte della Regione Campania in forma “perplessa, congetturale, dubitativa e generica“.

La controversia è stata definita dal Tar in maniera semplificata: secondo i giudici del foro amministrativo salernitano, infatti, gli elementi addotti nel processo dalla Regione sarebbero ininfluenti, in quanto l’intervento non prevede modifiche dell’assetto originario dell’impianto di depurazione pre-esistente. Che, peraltro, in un parere del 1998 era già stato favorevolmente apprezzato.

Il Comune di Positano era intervenuto, come si legge nella sentenza, ad audiuvandum, ritenendo che “ulteriori ritardi nella realizzazione delle opere per l’adeguamento funzionale dell’impianto di depurazione potrebbero provocare, oltre al pregiudizio sugli habitat naturali soggetti a tutela, anche una ricaduta negativa all’immagine turistica di una delle più belle località del mondo, basata soprattutto sulla bellezza e sulla tutela dei beni naturalistici ed ambientali”.