Continuano le polemiche a Maiori sulla questione depuratore. Dopo la manifestazione tenutasi domenica, il Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana ha inviato una lettera di diffida al sindaco Antonio Capone e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che riportiamo di seguito.
“In riferimento al progetto Grande depuratore in località Demanio in Comune di Maiori, opera a servizio dei Comuni di Atrani, Maiori, Minori, Ravello, Scala e Tramonti,
si rappresenta quanto segue:
1 – In primo luogo, si evidenzia che in materia ambientale, i cittadini hanno il diritto di partecipare al decision-making ambientale, in relazione alle procedure che hanno effetti significativi sull’ambiente.
La partecipazione del pubblico deve avvenire nelle fasi iniziali del processo decisionale.
I cittadini devono essere messi in grado di ottenere tutte le informazioni necessarie a garantire un processo di partecipazione consapevole e la decisione finale deve tener nella dovuta considerazione i risultati della partecipazione (CONVENZIONE DI AARHUS).
Nel caso di specie, i cittadini di Maiori sono stati totalmente pretermessi dalla partecipazione della scelta localizzativa del depuratore intercomunale.
Il diritto alla partecipazione ambientale ai processi decisionali e il diritto alla trasparenza sono stati calpestati dall’azione, peraltro, ancora incomprensibile, delle Autorità in indirizzo.
Il territorio, l’ambiente, i valori culturali appartengono ai cittadini e la pubblica amministrazione è solo un mezzo per realizzare gli obiettivi nell’ esclusivo interesse pubblico: non per altro!
Perché il Comune di Maiori, nel cui territorio ricadranno gli effetti del realizzando depuratore, non ha attivato un procedimento preliminare di partecipazione del pubblico alla delicata scelta che coinvolge interessi pubblici prioritari, quali la salute e l’ambiente?
2- Non si comprende in base a quali atti e provvedimenti, la Provincia sia stata autorizzata dal Comune di Maiori a realizzare un’opera pubblica non solo non condivisa dalla cittadinanza, ma nemmeno deliberata dagli organi competenti comunali.
Non risulta agli scriventi alcun atto autorizzatorio comunale della localizzazione degli impianti, così come proposti dalla Provincia.
Al riguardo la giurisprudenza amministrativa è pacifica nell’insegnare che “si appalesa certamente imprescindibile la presenza dei Comuni alla luce dell’indirizzo espresso dal giudice delle leggi che ha sempre posto in rilievo la centralità delle competenze comunali in ordine al servizio idrico sia per ragioni storico — normative sia per l’evidente essenzialità delle comunità stabilite nei territori comunali, trattandosi invero di funzioni fondamentali degli enti locali” ( cfr. T.A.R. Campania Napoli, sez. I, 15/05/2019, n. 2580).
Il Comune di Maiori ha abdicato alle sue funzioni proprie di tutela e gestione del territorio comunale, tradendo il principio di rappresentatività della collettività.
Non solo!
3- Va evidenziato che la delibera di consiglio comunale, n. 27 del 20.6.2016, dava indirizzo alla Provincia di Salerno di individuare una diversa localizzazione dell’impianto di depurazione dei due Comuni di Maiori- Minori (e solo di questi due!).
Tale deliberato era finalizzato al duplice obiettivo di eliminare e ridurre l’impatto ambientale, nonché di minimizzare le spese di gestione dell’impianto che sono a carico della collettività.
Non si comprende per quale ragione ed in base a quali atti non sia stata attuata la citata delibera n. 27/2016 ed addirittura sia stato previsto un ampliamento dell’impianto per accogliere i reflui anche di altri 4 Comuni della Costiera.
Tale nuova ipotesi progettuale non risulta giammai approvata dal Comune di Maiori e dai suoi organi che sono i titolari della gestione del territorio dei cittadini di Maiori.
Né tantomeno, la citata delibera consiliare n. 27/2016, risulta revocata e/o annullata.
Però incredibilmente non viene attuata!
4- Attesa la valenza sovracomunale del progetto del depuratore, sarebbe stato necessario una valutazione preventiva e complessiva di tutti gli interessi in gioco, a mezzo apposita conferenza di servizi e poi di un accordo di programma.
Nella specie, non v’è nulla di tutto questo.
5- La localizzazione nella zona Demanio del Comune di Maiori non è consentita dal vigente Piano urbanistico territoriale ex lege regionale n. 35/1987, in quanto trattasi di una zona sportiva.
Non risulta acquisito il parere paesaggistico sul progetto da parte della Soprintendenza.
La stessa commissione paesaggistica comunale non ha mai dato un assenso favorevole, sospendendo il parere per le tante perplessità.
Dal verbale n. 658/2020 della Commissione locale per il paesaggio si evincono le perplessità in ordine alla mancanza della relazione paesaggistica, dei rendering (fotoinserimenti) in particolare in relazione agli interventi previsti per la località Demanio, alle cabine elettriche ed alla centrale idroelettrica.
Ancora, perplessità da parte dell’organo comunale, in riferimento agli interventi di mitigazione dell’impatto previsti per l’impianto di depurazione e per l’isola ecologica, con particolare riferimento agli aspetti ambientali, odoriferi e acustici.
Ancora, perplessità in ordine alla posa in alveo (in trincea) delle tubazioni di progetto, attesa la presenza di solettoni in cls armato che definiscono il greto del torrente da mare fino all’incrocio con via Roma.
Non da ultimo, verifica della compatibilità idraulica della posa delle tubazioni sul spondale; verifica della compatibilità dell’ipotesi progettuale nei confronti della fascia di rispetto fluviale e dimensionamento delle opere di mitigazione del rischio frana da crollo a presidio dell’opera da realizzarsi in località Demanio e relativa connessione con la parete rocciosa. Tante perplessità.
In concreto un parere negativo.
La Provincia richiedente il parere della Commissione, non ha giammai – a quanto risulta – riscontrato detto verbale.
Non esiste, quindi, nemmeno un parere favorevole paesaggistico da parte dell’organo comunale.
Perché il Comune di Maiori ed i suoi organi istituzionali, il sindaco, i consiglieri ed anche i dirigenti competenti non hanno considerato tale circostanza; perché la Provincia sta proseguendo nell’espletamento della gara di progettazione?
Incredibilmente, il progetto, peraltro illogico, prevede come afferma la commissione locale del paesaggio, che la condotta destinata al trasporto dei reflui transiti nell’alveo del torrente Reginna Maior.
Non si comprende come sia possibile localizzare impianti nell’alveo di un torrente.
La giurisprudenza della Cassazione penale, insegna che “lo sversamento di liquami direttamente in un fiume dovuto al blocco del funzionamento di un depuratore, causato da un guasto per carenza di manutenzione determina la sussistenza degli elementi costitutivi del reato di cui all’art. 734 c.p., qualora l’evento muti in modo rilevante, anche sotto il profilo temporale, le caratteristiche ambientali del corso d’acqua”
(Cassazione penale, sez. III, 19/03/2013, n. 20737).
Un vero e proprio pericolo ambientale e per la salute dei cittadini di Maiori.
Il Comune e gli altri organi non hanno considerato che l’articolo 96 del regio decreto n. 523/1904, testo unico sulle acque, vieta in modo assoluto sulle acque pubbliche, loro alvei, sponde e difese “ g) qualunque opera o fatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la convenienza all’uso, a cui sono destinati gli argini e loro accessori come sopra, e manufatti attinenti”. NON SOLO.
6- Non risultano acquisiti altri pareri, assensi ed autorizzazioni necessarie per un’opera così complessa.
Valutazione di impatto ambientale;
autorizzazione idraulica;
sdemanializzazione marittima ed idrica;
parere Anas;
parere dell’Autorita’ di Bacino in quanto zona con rischio elevato di frane ed alluvioni P4 R4;
valutazione di incidenza;
parere dell’Ato;
mancato inserimento del progetto specifico nel piano triennale delle opere pubbliche;
parere del Parco regionale dei Monti Lattari;
zona vincolata Sito Unesco, sito rete Natura 2000, etc, etc.
7- Mancata valutazione del progetto già predisposto dall’Ausino, trasmesso con nota del 14.9.2016 alle autorità in indirizzo.
Ci si chiede, per quale ragione, in primis il Comune di Maiori e poi gli altri enti non abbiano preso in considerazione l’alternativa, proposta dall’Ausino, consistente nel trasferimento di reflui al depuratore di Salerno a mezzo condotta sottomarina della lunghezza di circa 17 Km, con riduzione di impatto ambientale e abbattimento dei costi di gestione a carico della collettività.
Un principio fermo del diritto ambientale è quello della valutazione comparativa concreta delle ipotesi alternative al fine di scegliere quella meno impattante sia sotto il profilo ambientale che economico.
8- Non da ultimo si osserva:
la Provincia di Salerno ha pubblicato un bando di gara relativo ad un progetto preliminare giammai approvato e condiviso dal Comune di Maiori e nemmeno degli altri Comuni.
A quanto risulta, con riserva di acquisire gli atti del procedimento, la Provincia aveva già affidato la realizzazione di una progettazione definitiva, peraltro già pagata alla ditta aggiudicataria.
Non si comprende perché il bando sia stato basato sul progetto definitivo.
In ogni caso, la Provincia avrebbe dovuto coinvolgere e far partecipare in primis il Comune di Maiori nonché gli altri Comuni interessati nel procedimento decisionale per la realizzazione del depuratore.
Trattandosi di un’opera incidente nel Comune di Maiori, è necessario un espresso assenso e una condivisione deliberata dagli organi competenti comunali e in ogni caso necessita di un procedimento di accordo di programma anche con gli altri enti e Comuni interessati, nonché regionali e statali.
Che senso ha mettere a bando un’ipotesi progettuale senza aver previamente acquisito i necessari ed indefettibili pareri previsti dalla normativa di settore.
Il progetto messo a bando non risulta recepito in alcuna progettazione del Comune di Maiori, né tantomeno approvato.
Trattasi di una anomalia e/o criticità e/o illegittimità che si riverbererà sul prosieguo della procedura, con assunzione di responsabilità, sotto vari profili, da parte dei soggetti agenti.
Quali sono le certezze che il progetto possa essere attuato, alla luce della inesistenza del benchè minimo parere o assenso, sotto tutti i profili innanzi evidenziati.
La stazione appaltante, prima di bandire una gara deve avere certezza della fattibilità amministrativa e tecnica dell’opera.
Si tratta di principi di Buona Amministrazione ex art. 97 Cost, nonché della normativa in tema di contratti pubblici.
E’ necessario essere sicuri che non sussistano sul progetto posto in gara vincoli amministrativi, vincoli ambientali, di tutela della salute pubblica, paesaggistici etc. insuperabili e/o impedimenti tecnici.
Nella specie, non si è sicuri di niente, perché non esiste alcun parere o assenso o autorizzazione favorevole all’ipotesi progettuale proposta.
In definitiva:
la certezza della fattibilità tecnica ed economica dell’opera costituisce condizione necessaria per l’indizione della gara di appalto; a tal fine, quale che sia il livello progettuale del progetto posto a base di gara, è necessario che preventivamente vengano acquisite tutti i pareri e i nulla osta degli enti cointeressati.
Tale indefettibile presupposto, nel caso di specie, manca in toto.
Tanto premesso e considerato lo scrivente Comitato, cittadini di Maiori e consiglieri comunali, come in atti,
invitano e diffidano
il Comune di Maiori, in persona del sindaco p.t., nonché il responsabile p.t. del relativo servizio, la Provincia di Salerno, in persona del Presidente p.t., nonché il dirigente provinciale del settore, la Regione Campania, in persona del Presidente p.t., e il dirigente del relativo settore, ognuno per quanto di rispettiva competenza, a ordinare la immediata sospensione del bando di gara indetto dalla Provincia di Salerno.
Di provvedere alla sospensione di ogni procedura amministrativa, non conosciuta, in atto.
Di valutare l’ipotesi progettuale alternativa predisposta dall’Ausino.
Di attivare procedimenti di coinvolgimento della collettività al fine della condivisione della scelta progettuale.
La presente richiesta riveste carattere di urgenza.
Con ogni più ampia riserva in ordine ad azioni e danni.
La presente a valere anche quale preavviso di danni patiti e patendi dalla collettività sia sotto il profilo ambientale che erariale”.
