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Delitto di via Poma, chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? Tutti gli indagati

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Il delitto di via Poma, in cui rimase vittima Simonetta Cesaroni, è avvenuto il 7 agosto del 1990 e costituisce ancora ora uno dei cold case che ha colpito molto l’opinione pubblica. Simonetta Cesaroni, che a quel tempo lavorava come segretaria, è stata trovata priva di vita nel suo ufficio.

Sono passati molti anni, ma ancora il colpevole non è stato trovato con sicurezza. Infatti, ci sono state diverse persone sospettate, ma che poi sono state scagionate. Vediamo di quali sospetti si parla.

I sospetti principali nel delitto di Simonetta Cesaroni

Il sospettato principale nel delitto di via Poma è stato considerato a lungo Raniero Busco, l’allora fidanzato di Simonetta. Busco è stato accusato di omicidio e in primo grado è stato condannato. Poi in appello e in Cassazione nel 2014 è stato assolto. Ma, oltre a Busco, su cui pesò per sempre quella condanna ricevuta all’inizio, ci sono anche altri sospettati che all’epoca sono stati considerati.

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Per esempio, si parlò anche molto di Pietrino Vanacore. Si trattava del portiere dell’edificio in cui lavorava Simonetta. In ordine cronologico può essere considerato il primo sospettato. Le indagini si basavano su di lui perché è stata ritrovata una traccia di sangue sui suoi pantaloni. Dopo si è scoperto che il sangue apparteneva a Vanacore e non a Simonetta. Vanacore è stato prosciolto, ma poi si è suicidato.

Altri due sospettati sono costituiti da Federico Valle e Salvatore Volponi. Il primo è stato indagato perché era venuta fuori una testimonianza, secondo la quale Valle sarebbe tornato a casa sporco di sangue proprio la sera dell’omicidio. Ma si è trattato di una testimonianza che non è stata ritenuta attendibile e quindi Federico Valle è stato prosciolto nel 1993.

Salvatore Volponi era il datore di lavoro di Simonetta Cesaroni. Anche lui è stato sospettato, ma il DNA non corrispondeva a quello che è stato ritrovato sul corpo della vittima. Inoltre, aveva un alibi molto forte.

Le indagini attuali

Sono passati 32 anni dalla morte di Simonetta Cesaroni. Si è pensato, per esempio, ad un movente passionale, con gli investigatori che hanno pensato ad un crimine d’impeto, forse commesso da qualcuno che conosceva la stessa vittima. Alcuni ritengono che Simonetta possa essere colpita per un attacco casuale.

Attualmente le indagini non hanno portato ad un colpevole identificato per l’omicidio. Gli investigatori, però, ritengono che l’assassino conoscesse bene l’edificio in cui si muoveva. Al momento l’unica prova su cui ci si può basare è una traccia di sangue del gruppo A, che però non è stata ricondotta a nessuno di coloro che frequentava l’edificio in cui lavorava la vittima e in cui è stata uccisa.

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