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I genitori di Pietro Maso sono stati uccisi nell’aprile del 1991. Si tratta di un caso di cronaca di cui si è discusso molto nel nostro Paese. Pietro Maso, per quello che si è rivelato un movente economico, ha organizzato un piano insieme ad alcuni amici, in modo da riuscire ad uccidere i genitori.
L’omicidio è avvenuto nel giro di poco tempo, nel momento in cui i genitori sono tornati a casa nel corso della notte. È proprio in questo momento che sono stati colti di sorpresa da Pietro Maso e dai suoi complici, che li attendevano per compiere l’omicidio. Tra i complici del giovane c’è anche Damiano Burato.
Damiano Burato fa parte dei cosiddetti amici del Bar John. All’epoca era il minorenne del gruppo, perché aveva soltanto 17 anni. I cosiddetti amici del Bar John sono dei ragazzi insicuri, deboli, che sono perennemente alla ricerca del loro posto nel mondo.
È per questo che vedono in Pietro Maso una sorta di leader carismatico. Loro vorrebbero essere come Pietro e lo seguono dappertutto. Insieme a Damiano Burato, fanno parte del gruppo di amici di Pietro Maso anche Giorgio Carbognin, l’amico del cuore di Pietro, un ragazzo molto timido e insicuro, e Paolo Cavazza, di 19 anni.
In soli 53 minuti Antonio Maso e Maria Rosa Tessari, i genitori di Pietro Maso, vengono uccisi dal figlio con la complicità dei loro amici. Tutto è iniziato quando Pietro Maso ha ottenuto un prestito molto consistente con la garanzia del suo datore di lavoro.
Per questo si era ritrovato nei guai e aveva deciso di ripagare il debito mettendo una firma falsa della madre su un assegno. Però a quel punto rischiava di essere scoperto e quindi convinse i suoi amici ad aiutarlo ad uccidere i suoi genitori, con la promessa che avrebbe dato loro una parte di eredità.
Pietro Maso e gli amici si procurarono varie armi, fra cui una spranga di ferro. I ragazzi poi indossarono delle tute per proteggersi dal sangue e utilizzarono delle maschere per non essere riconosciuti. Per esempio Burato ha indossato un costume da diavolo. Gli amici hanno atteso i genitori di Pietro Maso di ritorno da Lonigo.
Alle 23:10 Antonio, il padre di Pietro Maso, è entrato in garage con l’auto. Mancava la corrente e l’uomo è andato in cucina per controllare il contatore. Lì trova Pietro e Damiano che lo aggrediscono, colpendolo con un tubo di ferro. Poi gli calpestano la testa.
Sale in casa a questo punto anche Maria Rosa, la madre di Pietro. Anche lei viene aggredita. Poiché la donna non muore subito, il figlio decide di soffocarla: le ha infilato del cotone nella gola e le ha chiuso la faccia in un sacchetto di nylon. Il movente era quello di riuscire ad avere subito l’eredità dei genitori.
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