Macere abbandonate e a rischio crollo, Squizzato: “La Regione aiuti i piccolissimi proprietari”

Arginare l’abbandono dei limoneti per scongiurare nuovi crolli di macere, con i conseguenti danni al territorio ed alla sua economia.

Questo l’obiettivo richiamato, ieri pomeriggio, a margine dello smottamento di via Torre a Minori, che ha interessato la macera di un limoneto, dal sindaco della città Andrea Reale. Un concetto, quest’ultimo, ribadito anche dal presidente dell’associazione “L’Innesto” Secondo Squizzato, che riunisce e tutela i proprietari di piccoli appezzamenti in cui è coltivato l’oro giallo della Costiera Amalfitana.

Una prima causa, purtroppo non eliminabile, del crollo, è quella delle ingenti precipitazioni atmosferiche, che si verificano in modo capillare e quasi quotidiano da oltre un mese. Riprenderanno, purtroppo, sabato, dopo una tregua di appena 48 ore.

“In una condizione di eccesso di fenomeni pluviometrici, e quindi di grandi piogge, la probabilità che si verifichino crolli è sicuramente alte – ha commentato il presidente dell’associazione L’Innesto – Questo si può verificare in maggiore evidenza in tutte le parti in cui la manutenzione dei terrazzamenti è chiaramente insufficiente“.

Il mantenimento delle coltivazioni in buone condizioni è, senza dubbio, un presupposto fondamentale per ridurre il rischio di ulteriori crolli.

Tuttavia, gli alti costi per il mantenimento dei terrazzamenti impongono il ricorso a finanziamenti da enti sovraordinati.

“Il mantenimento dell’agricoltura, ed in particolare delle coltivazioni, è un presupposto importante per mitigare il rischio di crollo – ha proseguito Squizzato – Tutte le misure che la Regione Campania riuscirà ad intraprendere riducendo il rischio saranno benvenute. I crolli, infatti, si verificheranno a maggior ragione in terreni privati abbandonati, specie se i loro proprietari non sono stati messi in condizioni di curarli adeguatamente“.

Tanti, purtroppo, e non quantificabili, sono i limoneti (ed i terreni in generale) abbandonati in Costa d’Amalfi: in molti casi si tratta di appezzamenti non gestiti da imprenditori agricoli professionisti, e che, in molti casi, non sono in condizioni di poter sostenerne economicamente la gestione.

“La misura 4.4.2. (della Regione Campania, ndr) ha consentito l’estensione dei contributi per le macere anche a coloro che non sono agricoltori professionali: in Costiera sono la maggioranza, in molti casi ci sono piccoli proprietari terrieri che non hanno questa qualificazione ma che sono proprietari di piccoli appezzamenti di terra – ha continuato – Ebbene, la Regione non dovrà dimenticarsi proprio di loro nel varo delle prossime misure“.

L’auspicio, secondo il presidente de L’Innesto, è quello che la Regione non fissi una soglia minima di dimensione per fruire dei contributi alla ristrutturazione delle macere: sono proprio gli appezzamenti più piccoli (e spesso non gestiti da imprenditori agricoli professionali) a soffrire maggiormente.

Senza dimenticare, poi, le tante autorizzazioni ed i passaggi farraginosi che rappresentano un ulteriore costo (non monetario) per i piccolissimi proprietari.