Cronaca

Covid e scuola: partono le nuove regole sui positivi

Il Covid sembra aver ripreso la sua corsa in tutta Italia e, a due mesi dall’inizio della scuola, arrivano le prime notizie di chiusure dalle regioni.

In tutto il nostro Paese da oggi scattano le nuove regole la gestione dei positivi: l’obiettivo è quello di mantenere il più possibile le lezioni in presenza. Il 6 novembre il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole il protocollo con le nuove indicazioni in base alla quale la quarantena scatta in automatico solo in base a un piccolo focolaio con tre casi in una classe corredato da una circolare con le spiegazioni tecniche per i presidi.

Cosa prevede il nuovo protocollo

Il nuovo protocollo prevede provvedimenti di responsabilità dell’autorità sanitaria diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale.

In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test il prima possibile, definito “T0”, e se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola, e poi uno dopo 5 giorni; nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena.

Nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe. Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell’infanzia: per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di dieci giorni, al termine della quale dovranno effettuare un test; per i loro insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie, dipende da tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo.

Il preside sospende “in via eccezionale ed urgente” le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie “siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”. Ma agirà in base ad una serie di indicazioni predeterminate, dettate dalla circolare: informa la Asl, individua i “contatti scolastici” e per loro sospende temporaneamente le lezioni, “trasmette ai contatti scolastici le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP” e “segnala al DdP i contatti scolastici individuati”.

I dati sui vaccinati non sono nella disponibilità della scuola e “quindi non vanno trattati”.

Redazione Campania

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