Il Comune di Amalfi dovrà rivalersi sui privati inadempienti in seguito all’intervento di consolidamento del costone Gaudio a Pogerola. Lo ha ribadito l’Anac nella delibera 64 del 7 Febbraio scorso, al termine di un’istruttoria nei confronti del locale palazzo di città. L’Autorità ha evidenziato che l’amministrazione deve attivarsi “per il recupero delle spese da sostenere per l’esecuzione dei lavori”.
“Se un’amministrazione comunale interviene a tutela della sicurezza pubblica con opere di manutenzione straordinaria su proprietà private per inazione dei privati stessi, deve attivarsi anche per recuperare le somme spese. Se non lo fa, contravviene alla giurisprudenza, con possibili risvolti di carattere erariale“, si legge, infatti, in una nota diffusa stamani dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
La vicenda
Il Comune di Amalfi aveva deliberato lavori per un importo complessivo di 5.226.735,50 di euro, per consolidare il costone Gaudio, in frazione Pogerola, costituito da falesie raccordate a terrazzamenti in parte antropizzati, con sottostanti residenze, strutture ricettive, viabilità, attività agricole.
Una vicenda, quest’ultima, iniziata nel novembre 2014, quando con apposita delibera di giunta comunale fu approvata la progettazione preliminare dell’intervento di consolidamento del costone Gaudio. In seguito, nel dicembre 2017, l’indizione della procedura aperta per l’affidamento dell’incarico di progettazione definitiva, esecutiva, indagini geotecniche, relazione geologica e coordinamento della sicurezza. Incarichi, questi ultimi, aggiudicati nel maggio del 2018. Poi, l’indizione della Conferenza dei Servizi ed il conseguente invito al Responsabile Tecnico del Procedimento a sviluppare il progetto esecutivo, validato ed approvato il 18 Marzo del 2021.
In seguito, l’Amministrazione Comunale ha inteso ampliare la progettazione relativa all’intervento di consolidamento del Costone Gaudio in frazione Pogerola con la manutenzione straordinaria di via Papa Leone X. Ne conseguì una revisione del progetto esecutivo presentato – e delle spese necessarie per l’effettuazione dell’intervento – quantificate, nell’approvazione definitiva dello stesso, avvenuta il 28 Marzo di due anni fa, proprio nella cifra indicata dall’Anac nella nota riassuntiva della delibera.
L’intervento ha previsto, poi, la realizzazione di ulteriori “migliorie” connesse agli stessi, quali lavori alla scarpata rocciosa sita tra via Grotte di Palavena e via Papa Leone X (miglioria C.1); alla parete rocciosa sita c/o l’attività commerciale “La Florida” in via Papa Leone X (miglioria C.2); al costone roccioso sito in via Papa Leone X in prossimità dell’uscita della galleria in direzione Pogerola (miglioria C.3); intervento di ripristino/rifacimento del fondo stradale in via Valle di Pogerola (miglioria D.1). Sui costoni, di proprietà privata, l’amministrazione aveva più volte invitato i privati, risultati inerti ed inadempienti, ad ottemperare a realizzare le verifiche ed i conseguenti interventi necessari al consolidamento degli stessi, dato il rischio idrogeologico delle aree.
L’amministrazione comunale ha specificato che “l’intervento sostitutivo finalizzato alla tutela della sicurezza è l’unico strumento possibile per evitare, in assenza di interventi di mitigazione del rischio, lo sgombero coatto da persone o cose delle aree esposte in un’area fortemente antropizzata, anche alla luce dell’enorme attrattività turistica di caratura mondiale”.
Ora, di fronte all’esigenza di fronteggiare il pericolo derivante da un movimento franoso, inerente proprietà private, con minaccia di incolumità pubblica e privata, il Consiglio di Stato, ricollegandosi ad una sentenza su una questione analoga, la numero 2535 del 26 aprile del 2018, ha ritenuto legittimo l’operato di un’Amministrazione che, dopo aver ordinato ai proprietari di un’area di iniziare lavori di consolidamento dei versanti di rispettiva proprietà per la tutela della privata e pubblica incolumità, è intervenuta direttamente “vista la perdurante urgenza e la necessità che i lavori intimati alle proprietà venissero svolti in forma coordinata e da un unico soggetto per l’intero fronte d’intervento”.
Dunque, nulla quaestio per la decisione di Palazzo di Città di realizzare le opere di eliminazione dello stato di pericolo, in sostituzione del soggetto tenuto e anticipandone la relativa spesa, posta a carico del soggetto tenuto, ad intervenire. Però il Comune, secondo quanto affermato dall’Anac, deve procedere al recupero delle spese da parte dei privati.