In Costiera Amalfitana il 2 novembre è usanza mangiare la pizza a pranzo, cosa che accade solo nei nostri splendidi borghi. Ma quando e perché è nata questa usanza? Scopriamolo insieme.
L’usanza di pranzare con una pizza il 2 novembre nasce in Costiera Amalfitana quando l’utilizzo dell’automobile non esisteva o era limitata solamente alle classi più agiate delle popolazione. Stiamo parlando quindi di un periodo che va dagli inizi del Novecento fino agli anni Settanta.
Durante questo periodo storico le donne il 2 novembre si recavano al cimitero per visitare i propri cari non più in vita e, poiché i cimiteri erano e sono tutt’ora lontani dai centri storici, la visita richiedeva diverse ore per raggiungere a piedi il camposanto.
Tra il raggiungimento a piedi del cimitero, la visita alle tombe e la Santa Messa, le donne delle costiera restavano fuori casa anche diverse ore e non avevano tempo da dedicare alla cucina. Per questo motivo lungo la strada si fermavano per pochi minuti a mangiare frettolosamente una pizza piegata a “portafoglio”.
Durante la prima metà del secolo scorso le pizze erano proprio vendute lungo le strade che conducevano ai cimiteri dalle donne che le portavano avvolte nella carta in ceste di vimini e solitamente erano condite solo con pomodoro, origano e aglio e talvolta con l’aggiunta di acciughe sotto sale.
Anche tutti i forni della Costiera Amalfitana preparano pizze per il 2 novembre. Paese protagonista era Tramonti che aveva forni in ogni angolo del paese che producevano ogni giorno i famosi mascuotti ( pane biscottato). A Tramonti si preparavano pizze dall’impasto integrale il cui colore, richiamava anche al lutto del giorno della commemorazione dei defunti.
Inoltre un altro richiamo per questa usanza di mangiare la pizza il 2 novembre viene anche dall’antica Grecia: il grano con cui si prepara la pizza è infatti legato alla resurrezione poiché il chicco di grano muore e rinasce dalla terra. Per questo motivo ritroviamo il grano nella Settimana Santa, come addobbo del Sepolcro di Cristo, ma che ereditiamo anche dal culto greco di Demetra, la Madre della Terra, artefice della vita e della morte.