Secondo la tradizione popolare i giorni appena trascorsi, quelli della merla, sono da considerare come, tendenzialmente, “i più freddi dell’anno”. Luogo comune, quest’ultimo, forse mai valido in modo così netto, ma decisamente sfatato, sulla base dei dati meteorologici degli ultimi anni ed, in particolare, delle temperature registrate ieri – ma il trend da circa una settimana è sostanzialmente stabile – in alcune località della Costiera Amalfitana, specie nelle ore diurne.
Come si legge sul portale Campanialive, che mette in rete decine di stazioni meteorologiche gestite da privati presenti sul territorio regionale, segnalando in tempo reale condizioni climatiche, vento, accumuli pluviometrici e temperature registrate, la stazione meteo di Positano (Hotel Buca di Bacco) ha raggiunto, nei giorni scorsi, temperature massime costantemente oltre i 15 gradi. In una giornata come quella odierna caratterizzata da maggiore nuvolosità passeggera, poco prima delle 12 si registrano 14,4 gradi. Il dato che ancor di più sorprende è quello relativo alla minima della notte, di 10,1 gradi.
A Vietri Sul Mare, alla Torre Crestarella, il trend è simile, ma meno marcato. (7,1 di minima, 12,8 gradi registrati poco prima delle 12). Più rigide, specie nelle ore notturne, le temperature rilevate ad Agerola (4,7 di minima, 11 pochi minuti prima delle 12).
Alla base di uno scenario decisamente meno invernale di quanto si dovrebbe c’è, nello specifico, “la persistenza di una vasta area di alta pressione di matrice sub-tropicale”, spiega il meteorologo di 3B Meteo Gaetano Genovese, che contribuisce, dunque, a dar vita ad una configurazione che, a livello atmosferico, non è tanto dissimile, fatte, ovviamente, le dovute distinzioni di termiche registrate al suolo e in termini di irraggiamento solare, sensibilmente minore e meno duraturo, a quella che si verifica anche in piena estate.
Ciò non significa, come si potrebbe banalmente affermare, che stiamo vivendo una primavera in anticipo. Se i valori registrati in questi giorni, più che assimilabili al periodo che va tra Gennaio e Febbraio, sono tipici del mese di marzo, che meteorologicamente ed astronomicamente apre le porte, rispettivamente l’1 ed il 21, alla primavera, c’è da dire che spesso ha regalato non poche irruzioni fredde.
“Ma è più corretto affermare che le temperature massime sono superiori alle medie tipiche della terza decade di gennaio anche di 4-5 gradi – puntualizza l’esperto – Marzo è, infatti, ormai un mese invernale nelle nostre zone: è il trend degli ultimi 10-15 anni“. Se è vero che sono evidenti le conseguenze del global warming, con tutte le innegabili ripercussioni su ecosistema ed attività agricole, non è detto, dunque, in altri termini, che l’inverno sia finito: meglio non lasciarsi andare, dunque, a conclusioni affrettate.