Evitare “abusi” durante le processioni in Costa d’Amalfi: è il monito lanciato dall’ufficio Liturgico Diocesano in una nota firmata dal Delegato dell’arcivescovo alla Liturgia Don Giuseppe Milo. Il documento è stato pubblicato nella giornata di ieri, a dieci giorni di distanza dalle celebrazioni della ricorrenza di Santa Trofimena, patrona di Minori, che aveva visto i sindaci portare a braccio la statua della Santa, in modo simbolico, dal sagrato della Basilica fino all’altare.

Un gesto, quest’ultimo, che è stato al contempo apprezzato e contestato. Il giudizio della Diocesi, però, non lascerebbe spazio – quantomeno sotto il profilo Liturgico – ad interpretazioni di sorta.

Il rito della processione – spiega Don Giuseppe Milo – è profondamente radicato nell’animo popolare tanto da essere praticato in tutte le religioni di tutti i tempi. Con tale rito una comunità vuole esprimere i propri sentimenti di devozione a Dio e dare pubblica testimonianza della propria fede. Esso ha costituito nel passato e può essere ancora oggi un mezzo efficace per esaltare la propria identità religiosa e la propria coesione interna. Nelle nostre feste patronali le processioni sono espressione dell’intera comunità che con i suoi ruoli ben delineati offre la sua amicizia a Dio attraverso i Santi“.

I portatori delle statue – ha continuato – siano prevalentemente fedeli che vivono con assiduità la vita della parrocchia o della confraternita, di cui eventualmente si è parte. Pertanto, non conviene confondere i diversi ruoli e i servizi che si svolgono nella comunità della Chiesa per cui bisogna evitare che autorità civili o militari e anche i sacerdoti o religiosi portino le statue dei Santi. L’occasione mi è gradita per un saluto fraterno e cordiale“.