“Il Costa d’Amalfi giochi la serie D a Salerno”. Preferibilmente, al vecchio Vestuti, facendo rivivere allo storico stadio della città d’Arechi i fasti d’un tempo. E’ la proposta del presidente della Commissione Trasparenza del Consiglio Comunale di Salerno, l’avvocato Antonio Cammarota. Da sempre legato – personalmente e professionalmente – alla Costa d’Amalfi, il noto politico salernitano si fa portavoce di un’idea ancora inespressa per il futuro del team di Mister Proto.
Numerose, tuttavia, sono le ipotesi in campo per lo stadio da impiegare per le partite casalinghe nella prossima stagione, vista la possibilità che si renda necessario individuare soluzioni alternative al San Martino di Maiori.
“La nostra costiera amalfitana è in festa per la promozione della squadra di calcio in serie D grazie al grande lavoro di identità, entusiasmo e managerialità della presidenza del dr. Savino”, ha affermato in una nota il consigliere comunale della città d’Arechi.
Cammarota – ha assicurato – si farà portavoce dell’interlocuzione con il Comune di Salerno, nell’ottica di consentire lo svolgimento delle gare presso uno dei due stadi comunali della città capoluogo attualmente operativi.
“Se lo stadio di Maiori non avesse i requisiti richiesti e se naturalmente la dirigenza lo vorrà – ha proseguito Cammarota – chiederò al sindaco di Salerno, anche attraverso la presidenza della Commissione Trasparenza, di offrire la disponibilità ad ospitare le partite casalinghe del Costa d’Amalfi al Vestuti o all’Arechi”.
La scelta potrebbe ricadere, dunque, secondo la proposta avanzata dal presidente della Commissione Trasparenza in seno al consiglio comunale di Salerno, proprio sul campo che ha segnato la storia del calcio salernitano: “Lo stadio Vestuti sarebbe la cornice migliore, tutto per la tifoseria del Costa d’Amalfi, finalmente con investimenti immediati sul manto erboso, per gli spogliatoi e la tribuna. Una grande occasione di rinascita e un investimento certamente produttivo”, ha concluso Cammarota, “dal punto di vista economico, sociale, identitario della nostra provincia”