Alex Schwazer è un atleta di altissimo livello. Nella marcia ha vinto qualsiasi cosa anche se la sua carriera è macchiata da una doppia squalifica per doping.
Sulla seconda, però, ci sono state tantissime polemiche. Lui si è sempre difesa e detto estraneo. I sospetti su un comportamento non corretto dell’organo che lo ha squalificato ha preso sempre più piede.
Andiamo, quindi, a scoprire i segreti della sua vita privata e professionale.
Alex Schwazer è nato a Vipiteno il 26 dicembre del 1984. Esordisce nella marcia abbastanza tardi a soli 15 anni.
Grazie al suo grande talento a 21 anni diventerà campione mondiale nella 50 chilometri.
Di certo il suo successo più grande arriva nel 2008 quando vince l’oro sempre nella 50 chilometri alle Olimpiadi di Pechino.
Nel 2009 Schwazer partecipa, sempre nella 50 chilometri di marcia, ai Campionati Mondiali di Berlino, ma abbandona la gara a causa di forti dolori allo stomaco dopo un’ora e mezza di gare.
L’anno seguente partecipa solo alla 20 chilometri agli Europei e Schwazer ottiene un argento.
Nel 2012 a pochi giorni dalla gara delle Olimpiadi di Londra Alex Schwazer è stato trovato positivo in occasione di un controllo antidoping eseguito a sorpresa dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping,
Il 23 aprile del 2013 Alex Schwazer viene squalificato per tre anni e sei mesi dal Tribunale Nazionale Antidoping; il 22 dicembre del 2014 patteggia davanti alla Procura di Bolzano la pena di otto mesi e una sanzione pecuniaria di 6mila euro.
Nel 2015 rientra in gara e ottiene il minimo per partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il 22 giugno del 2016 viene trovato nuovamente positivo a un controllo antidoping anche se lui ha sempre negato. Viene condannato a 8 anni di squalifica.
Dopo anni di attesa, sofferenza e gravi difficoltà nel 2021 il tribunale di Bolzano riconosce l’innocenza di Schwazer perchè le provette sono state contaminate.
La WADA, in un comunicato stampa del il 22 aprile 2021 contesta le conclusioni riportate nelle carte processuali. Nello stesso mese i legali di Schwazer presentano richiesta di sospensione della squalifica al tribunale federale svizzero; nel tentativo di permettere all’atleta di partecipare ai giochi olimpici di Tokyo. La richiesta viene respinta dal tribunale elvetico.
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