Cinque i giorni di isolamento per i casi asintomatici. E, dopo due settimane dal primo tampone positivo, si potrà uscire senza effettuare alcun test. Sono le ultime linee guida del Ministero della Salute sulla gestione dei casi Sars-Cov-2 in Italia firmate dal direttore Giovanni Rezza.

S’allargano le maglie sulle restrizioni legate ai positivi al tampone covid. E la pandemia torna a ridimensionarsi nei suoi significati. Se ormai lo stato di emergenza sanitario, deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 e via via prorogato fino al 31 marzo 2022, ha posto in un certo senso la parola fine a uno stato di grande sofferenza del comparto sanitario – ospedali pieni, medici contagiati, turni massacranti e posti letto pieni – contemporaneamente la stretta da Roma sulla gestione dei casi positivi si è via via allentata.

Adesso, infatti, in caso di positività al tampone, sarà necessario attendere cinque giorni prima di ripetere il test – antigenico o molecolare -. Se il paziente, invece, avrà sviluppati sintomi, è consigliato di sottoporsi al test due giorni dalla scomparsa delle criticità legate alla malattia.

E se il tampone continua a essere positivo? Sarà necessario, allora, attendere almeno 14 giorni – prima erano 21 – prima di porre fine all’isolamento anche in assenza di test antigenico o molecolare.

Non cambiano, al contempo, le regole per i contatti stretti. Anche a settembre 2022, nel caso si venga in contatto per un tempo prolungato con un soggetto risultato successivamente positivo al covid non è più prevista la quarantena preventiva.

La circolare, per queste specifiche situazioni, rimanda alla normativa in vigore dallo scorso aprile. Quindi, se si scopre di essere stati esposti a un caso di coronavirus e non si presentano sintomi, non è necessario restare a casa.

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