Un invito alle istituzioni del territorio ed, in particolare, a Soprintendenza, Autorità di Bacino e, soprattutto, alla Procura della Repubblica a vigilare sulle attività preliminari allo scavo del traforo Maiori-Minori: è quanto richiesto da tre cittadini di Minori (Giovanni D’Auria, Mario D’Auria e Ulderico Leone) in una missiva indirizzata agli enti competenti in materia, e condivisa, a mezzo social, dal Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana, che da sempre si oppone all’ipotesi di costruzione della galleria.
Gli scriventi, infatti, nella lettera indirizzata anche ad Italia Nostra, associazione che da decenni si occupa di tutela e preservazione del territorio e dell’ambiente dalle attività edificatorie ritenute inadeguate al suo valore paesaggistico, si sono detti “preoccupati di quelle che potrebbero essere le pericolose conseguenze dei lavori sul costone di roccia tra i due comuni“.
I tre cittadini hanno portato come testimonianza nell’esprimere la propria contrarietà alle attività preliminari alla costruzione del traforo quanto riscontrato da loro “personalmente” intorno alla fine degli anni ’60, quando, sulla base delle indicazioni di anziani del posto scoprirono, lungo il tratto di costa compreso tra Maiori e Minori, sottostante il costone roccioso al di sotto del quale dovrebbe essere costruita la galleria, alcune cavità naturali, molte delle quali di accesso particolarmente complesso se non impossibile e, in quanto tali, completamente sconosciute alla stragrande maggioranza della popolazione.
“Tale racconto ha il solo scopo di testimoniare in modo concreto e tangibile la reale esistenza delle numerose, vociferate, enormi cavità sotterranee lungo il tratto che collega Maiori a Minori – si legge nella nota del comitato – E non scopriamo l’acqua calda, se è vero, come è vero, che in tempi abbastanza remoti, proprio in quelle aree si sono verificati grossi cedimenti che hanno coinvolto vari manufatti e terrazzamenti, procurando addirittura il seppellimento di beni artistico-monumentali che, a quei tempi, non godevano di particolare tutela“.
Di tali eventi alluvionali verificati si tra il 1910 ed il 1954, si parlerebbe, inoltre, secondo gli scriventi, ampiamente: inoltre, vi sarebbero importanti testimonianze anche nella pubblicazione, edita dal Comune di Minori e dal titolo “Minori Antica Reghinna Minor”, con particolare riferimento alla massiccia frana in località San Francesco, adiacente alla Grotta dell’Annunziata, che nella scorsa estate è stata oggetto di un provvedimento di sgombero e revoca della concessione demaniale nei confronti della società che la occupava per svariate tipologie di irregolarità. I dettagli.
“Di conseguenza, non poco preoccupano gli accadimenti di questi ultimi mesi, quando, a seguito di alcune perforazioni di verifica e dello studio di fattibilità dell’opera, sull’area in questione e precisamente in località Torre, in prossimità della Chiesetta di San Michele, si sono verificati una serie di allagamenti in alcune abitazioni, dove sgorgava acqua, nonché il cedimento di alcuni terrazzamenti, prossimi al punto delle operazioni di trivellazione“, hanno aggiunto i tre cittadini minoresi invitando la Procura e tutte le istituzioni “a tutelare un bene inestimabile, quale è il nostro territorio sia di Minori che di tutta la Costiera amalfitana e, soprattutto, a salvaguardare la sicurezza e la pubblica incolumità“.
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