Aprono le porte dello sguardo sulla Costiera Amalfitana per chi giunge dalla Penisola Sorrentina i Colli di San Pietro, frazione di Piano di Sorrento.
Sospesa tra i due meravigliosi golfi di Napoli e Salerno, dove il piccolissimo arcipelago de Li Galli appare all’orizzonte, la piccola frazione è certamente un luogo magico da visitare per chi ha l’esigenza di vivere esperienze differenti da quelle più gettonate nella Divina proprio nella stagione per eccellenza dell’overtourism.
I Colli, infatti, pur essendo ad un tiro di schioppo – appena 7 km – da Positano, e poche centinaia di metri in meno dalle località più frequentate della Penisola Sorrentina, inclusa Piano di Sorrento, di cui è frazione, sono immersi in un’atmosfera rarefatta.
Una vera oasi di pace che prende subito spazio non appena lasciata alle spalle la Strada Statale 163, nel tratto che congiunge la città verticale con Meta, e che segna il confine tra le province di Napoli e Salerno.
Immersi nel verde, più in basso delle ultime vette dei Lattari ma più in alto della linea costiera aspra e rocciosa, i Colli guardano, a seconda delle prospettive, a sinistra al golfo di Napoli e a destra a quello di Salerno, in una visione davvero unica che solo nell’ultimo lembo della penisola sorrentino-amalfitana si può ammirare.
Pur essendo immersi nel verde e non immediatamente affacciati sul mare, i Colli non ne hanno mai perso il contatto: il retaggio storico sta nella via Scaricatoio, ancora oggi presente nella toponomastica: questa collegava la piccola frazione con il mare.
Un tempo i piccoli pescatori della Divina vi approdavano e commerciavano principalmente totani e pesce azzurro. Era un punto strategico per far sbarcare i propri prodotti anche in Penisola Sorrentina evitando, così, di circumnavigare Punta Campanella.
La zona è stata, storicamente, ricca di sorgenti d’acqua, oltre che centro di devozione e spiritualità, in quanto sede, dal XIII secolo e fino alla prima metà del 1800, dell’abbazia di San Pietro a Cermenna.
L’abbazia cadde, dopo la devoluzione alla corona reale, nel 1791, in uno stato di progressivo abbandono: acquisita dal conte Eduardo Colonna Doria del Carretto, fu trasformata in un castello in stile neogotico.
La frazione si sviluppa intorno alla piccola fortezza ottocentesca, tra gli ultimi emblemi di un sistema di notabilato di tipo feudale, ed al suo parco, ai cui margini c’è la chiesetta di San Pietro, privata ma ancora oggi frequentata dagli abitanti del posto per la messa domenicale.
Il 29 Giugno, tra poco più di un mese, cade la ricorrenza dell’apostolo che fu il primo Pontefice e da cui questa piccola località prende il nome.
Ma i Colli di San Pietro, oltre che per le bellezze storiche e paesaggistiche, sono anche noti per un prodotto tipico davvero rarissimo: l’amarena appassita, per la quale esattamente un anno fa, agli inizi di giugno del 2022, è nato un gruppo di tutela legato all’Arca del Gusto Slow Food.
La Comunità per la tutela dell’amarena appassita dei Colli di San Pietro, infatti, riunisce sei aziende e numerosi appassionati con l’obiettivo di valorizzarla.
Qui i dettagli su metodi di lavorazione ed impieghi nella pasticceria.
Nel mese di giugno ormai prossimo avverrà la raccolta: un ruolo fondamentale nella valorizzazione di quest’eccellenza, prodotta attualmente in piccolissime quantità da sei piccole aziende, e in generale, delle numerose eccellenze di questo territorio sospeso tra Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana lo ha l’Agriturismo Antico Casale, guidato da Mario Persico.
Nasce nel 2005 su iniziativa di Antonino Persico, che apparteneva ad una storica famiglia di agricoltori e commercianti di agrumi sorrentini.
Da direttore d’albergo, coronò la sua passione per l’ospitalità mettendosi in proprio ma dando la testimonianza di come l’impresa possa non solo essere espressione di una storia di successo, ma anche fare il bene del territorio.
Da dieci anni la struttura è gestita da suo figlio Mario, con la collaborazione dei fratelli e di tutta la famiglia. Mentre dalla moglie del fondatore e madre dell’attuale gestore, Luisa, prende il nome l’agriosteria Nonna Luisa che rappresenta la punta di diamante dell’azienda agrituristica, insieme alla ricettività.
In cucina a dominare sono i prodotti della tradizione locale, in chiave autentica e senza grandi rivisitazioni, dai taglieri di salumi e formaggi dei Monti Lattari, tra cui spiccano il Provolone del Monaco Dop ed il fior di latte oggi in corsa verso l’Igp, accompagnati marmellate homemade alle arance, ai limoni, ai mandarini ed, ovviamente, alle amarene dei Colli.
Tra i primi piatti, a esprimere al meglio la tradizione locale c’è il raviolo caprese.
I secondi sono principalmente all’insegna della carne e della terra, eccezion fatta che per le portate a base di totano, emblema della tradizione culinaria locale, quando disponibili.
Mentre tra i dolci, oltre ai classici della tradizione sorrentino-amalfitana come la delizia al limone, domina il cannolo sorrentino, altra espressione di valorizzazione delle tipicità locali.
Il dolce nacque nelle cucine delle massaie locali con i pochi ingredienti disponibili nelle loro dispense, dal vino all’olio extravergine, alla farina, al latte delle mucche fresco, alle amarene che, un tempo erano immancabili: la resa è gustosa e decisamente fuori dagli schemi più gettonati.
Come prepararsi al nuovo anno: cinque oggetti da eliminare per un decluttering efficace. Così sarà…
Dopo il successo da bambina ne "Il Grinch", Taylor Momsen ha lasciato la recitazione per…
Il Natale a Tramonti entra nel vivo con due appuntamenti pensati per grandi e piccoli, capaci di…
Un segno zodiacale vivrà un Natale complesso, segnato da un distacco importante. Le stelle suggeriscono…
La calistenia conquista sempre più italiani grazie a esercizi a corpo libero, app digitali e…
Torna per la XVI edizione il Premio artistico-letterario "Città di Tramonti - Tagliafierro", dedicato alla memoria di Pietro Tagliafierro,…