Respinto il ricorso per revocazione presentato dal Codacons sull’inammissibilità del finanziamento dei lavori alla “Variante Benincasa” a Vietri sul Mare.

Lo ha deciso la Sezione Quinta del Consiglio di Stato, riunita in Camera di Consiglio, riunitasi il 2 febbraio scorso, con l’intervento dei magistrati: Diego Sabatino, nel ruolo di Presidente, dei consiglieri Valerio Perotti, Giuseppina Luciana Barreca ed Elena Quadri, e del consigliere ed estensore Massimo Santini.

Giunge così, a conclusione, una lunga e travagliata vicenda giudiziaria relativa al finanziamento dei lavori di consolidamento della variante Benincasa, iniziata nel 2017.

Il ricorso era stato proposto dal Codacons, inizialmente, ritenendo illegittima l’estromissione di un progetto relativo al consolidamento di una strada dello stesso comune che avrebbe versato in gravi situazioni di dissesto idrogeologico.

Il TAR Lazio aveva dichiarato inammissibile il ricorso sia in quanto tardivo (la graduatoria era stata pubblicata il 17 gennaio 2017 ed il ricorso notificato in data 21 dicembre 2018) sia per il difetto di interesse a ricorrere in capo ai due ricorrenti.

Il Consiglio di Stato, con la sentenza della quale era stata chiesta la revocazione, confermava la sentenza di primo grado, rigettando l’appello proposto da parte del cittadino vietrese e dell’associazione dei consumatori.

Secondo coloro che hanno proposto la revocazione di quest’ultima sentenza, sarebbero stati commessi due errori di fatto: il primo, relativo alla parte in cui sarebbe stato giudicato come tardivo il ricorso sulla graduatoria, il secondo, invece, avrebbe riguardato l’assenza di legittimazione dei soggetti ricorrenti.

Secondo i giudici del Consiglio sarebbe stato – come si legge nella sentenza – “onere dei ricorrenti chiedere spiegazioni alla Regione circa l’ammissione o meno al finanziamento del suddetto progetto“.

Una prima istanza in tal senso – prosegue il testo della sentenza – è stata invece formulata soltanto dopo oltre 15 mesi dalla pubblicazione della graduatoria (ossia in data 2 maggio 2018). Di qui l’ applicazione del principio di autoresponsabilità, tenuto anche conto della posizione che rivestiva in graduatoria il progetto stesso (n. 1751 su 1806), posizione che non poteva di certo far presumere una sua probabile ammissione“.

La posizione in graduatoria del progetto sulla variante Dragonea, dunque, stando a quanto sostenuto dai giudici del Consiglio di Stato, era molto bassa: troppo per far pensare ad un’ammissione del finanziamento, così come non adeguata sarebbe stata la legittimazione dei ricorrenti, in primis il Codacons.

La non ammissione, in altri termini, non avrebbe minato gli interessi del Comune di Vietri, soggetto proponente il progetto.