Powered by L’Abbac alza la voce. L’associazione di categoria, dopo l’articolo comparso sulla Cnn e riportante errori sull’ordinanza, chiede alla politica di rivedere le misure di accoglienza e gestione dei flussi turistici. Perché “Non basta qualche multa a campione”.
Con la sua strada cesellata dalla scogliera, le curve drammatiche e le discese a strapiombo verso il mare turchese molto più in basso, la Costiera Amalfitana è diventata una destinazione iconica per i viaggi su strada. Inizia così l’articolo della Cnn sulle limitazioni alla circolazione imposte dall’Anas attraverso l’ordinanza sulle targhe alterne.
Una misura scritta in burocratese, che anche oltremanica hanno fatto fatica a comprendere a pieno. E questo caos, inevitabilmente, si è riversato sui tanti turisti made in Uk che in questo periodo dell’anno arrivano in Costa d’Amalfi.
L’articolo, firmato da Julia Buckley, riporta quanto segue:
“Solo i veicoli con targhe che terminano con un numero dispari possono utilizzare la strada in date dispari, mentre quelli con targhe che terminano con un numero pari possono guidarla in date pari“. Come sappiamo, invece, è l’esatto contrario. Ma, senza voler mettere inutili puntini sulle i, ciò di cui si discute sono le questioni di casa nostra.
Perché, se è pur vero che l’articolo porta a errore, è anche vero che né gli enti locali né Anas hanno realizzato una campagna informativa in lingua inglese né diffuso cartelli stradali e informative lungo la Ss163.
Sulla questione è intervenuta l’Abbac. L’associazione di categoria ha denunciato la situazione che si trovano a vivere gli operatori del terzo settore. I gestori di insegne ricettive, infatti, sono costretti a fornire le informazioni corrette agli ospiti dopo l’errore del pezzo targato Cnn. Che ha inevitabilmente disorientato i viaggiatori che utilizzano veicoli propri o a noleggio.
Resta inoltre il problema di quanti, tra gli ospiti, pur se esentati dal provvedimento per le fasi di check in e check out dalle strutture ricettive, sono costretti ad adeguarsi al provvedimento durante il soggiorno e quindi passabili di sanzioni.
La comunicazione istituzionale è stata quindi bocciata dall’Abbac. Che si aspetta, adesso, riscontri oggettivi e un monitoraggio vero dei flussi per verificare l’andamento e l’efficacia dell’ordinanza.
“Ci chiediamo se è stato previsto uno studio trasportistico, con un’analisi dei flussi e di monitoraggio istituzionale, per accertare l’effettivo impatto del provvedimento e determinare azioni conseguenti in un tavolo tecnico operativo – commentano dall’Abbac -. Non basta qualche multa a campione ma serve un cronoprogramma che deve partire da settembre in vista di una revisione del sistema di informazione, mobilità ed accoglienza”.
Il provvedimento era ignoto ad alcune società di autonoleggio, come alle piattaforme di prenotazioni on line. “Alcuni nostri associati hanno elaborato un testo da inserire su Airbnb che tuttavia risulta più complicato veicolare su Booking. Inoltre, nessuno degli Enti Locali, compreso Anas, ha realizzato una campagna informativa in lingua inglese”.
“Serve che dopo questa fase – commentano ancora dall’Abbac – di sperimentazione approssimativa si lavori ad un piano coordinato di informazione e sensibilizzazione turistica finalizzato a migliorare l’erogazione di servizi ed accoglienza. Auspichiamo una convocazione del Prefetto, con gli enti locali e Anas”.