Andrea Ghira, uno dei carnefici delle vittime del Circeo. Uno sguardo alla vera storia dell’arresto di Ghira.
Circeo, chi è Andrea Ghira
Il tragico Massacro del Circeo, avvenuto nel 1975, ha segnato indelebilmente la storia italiana, portando alla morte di Rosaria Lopez e al sopravvivere di Donatella Colasanti. Uno degli aguzzini responsabili di questo orrendo delitto fu Andrea Ghira, giovane appartenente alla Roma bene e con simpatie di estrema destra.
Ghira è il protagonista che, diversamente dai suoi complici Gianni Guido e Angelo Izzo, non ha mai scontato un giorno di carcere. La sua morte, a lungo avvolta nell’incertezza, è stata definitivamente stabilita nel 1994.
La storia vera di Ghira
Andrea Ghira nasce a Roma nel 1953, figlio di Aldo Ghira, noto campione olimpico di pallanuoto, e Maria Cecilia Angelini Rota, proveniente da una famiglia benestante di costruttori. Fin da giovane, Ghira mostra segni di violenza, influenzato dalla sua fede politica neofascista e dal culto della sopraffazione.
La sua storia criminale inizia a manifestarsi con denunce per episodi di scontri di piazza e manifestazioni di estrema destra quando aveva solo sedici anni.
Il culmine della sua violenza si raggiunge nel 1975 con il Massacro del Circeo. Ghira, insieme a Izzo e Guido, perpetra atti di sevizie e violenze contro Rosaria Lopez e Donatella Colasanti nella villa di famiglia. Mentre Rosaria perde la vita, Donatella riesce a sopravvivere fingendosi morta. Nonostante la gravità dei crimini commessi, Ghira riesce a sfuggire alla giustizia e viene condannato all’ergastolo.
La latitanza e l’arresto
La latitanza di Ghira è lunga e intricata, caratterizzata da episodi di violenza e crimine. Denunce per minacce, rapina aggravata e violazione di domicilio segnano la sua vita, culminando nel massacro del Circeo. Donatella Colasanti, la superstite del massacro, riesce a fuggire e a identificare i suoi aguzzini, ma Ghira riesce a eludere la cattura grazie, presumibilmente, a una soffiata alla sua famiglia.
La lunga latitanza conclude con la sua morte nel 1994. Dopo aver partecipato a un sequestro mentre era ancora in Italia, si rifugia in Francia attraverso l’aiuto di una zia. Da lì, si arruola nella Legione Straniera spagnola a Melilla, dove resta per 18 anni, raggiungendo il grado di caporalmaggiore. La sua espulsione nel 1994 è causata dall’uso di sostanze stupefacenti, e muore per overdose.
La morte di Ghira rimase avvolta nell’incertezza fino al 2016, quando i test del DNA confermano definitivamente la sua identità.