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Il 30 maggio 2013 muore Mario Biondo, cameraman di 30 anni sposato con la conduttrice spagnola Raquel Sánchez Silva. La sua tragica fine, impiccato con una pashmina nella sua casa di Madrid, ha generato un dibattito tra suicidio e omicidio che continua a dividere opinioni. La verità.
La famiglia di Biondo ha sempre respinto l’ipotesi del suicidio, gridando all’ingiustizia e sostenendo la tesi dell’omicidio. La madre, Santina D’Alessandro, ha dichiarato pubblicamente: “Non mi darò pace fin quando gli assassini di mio figlio non saranno in carcere”. Al contrario, la polizia spagnola ha concluso che Biondo si è tolto la vita.
Nonostante l’archiviazione del caso nel 2022 da parte del giudice istruttore Nicola Aiello per limiti processuali legati alla distanza temporale, una nuova luce si accende sulla vicenda grazie a una docu-serie di Netflix: “Le Ultime Ore di Mario Biondo”. In tre puntate, la serie cerca di ricostruire gli eventi del giorno della sua morte, portando l’attenzione su possibili elementi precedentemente trascurati.
L’avvocato Fabio Falcone, rappresentante della famiglia di Biondo, critica la serie sostenendo che essa favorisce l’ipotesi del suicidio e insinua un’estensione eccessiva delle pratiche di autoerotismo. Falcone dichiara: “La serie dà un’impronta contraria rispetto al nostro percorso giudiziario, cosa che non mi stupisce visto che è stata prodotta da Guillermo Gómez, ex manager di Raquel Sánchez Silva.”
La questione principale è: suicidio oppure omicidio? Il documentario solleva domande sulla teoria dell’autoerotismo, suggerendo che potrebbe trattarsi di un incidente o di un suicidio involontario. Falcone aggiunge: “In quella morte ci sono tante cose che non quadrano.”
La serie affronta anche la questione di un’assicurazione che la famiglia Biondo avrebbe potuto incassare in caso di omicidio. Falcone smentisce che la famiglia avesse un interesse economico, affermando che la loro preoccupazione era capire se ci fossero altri motivi dietro la morte di Mario.
La partecipazione della famiglia al documentario è oggetto di critiche. Falcone spiega che la famiglia ha accettato di partecipare al progetto senza conoscere l’effettiva gestione della produzione da parte di Guillermo Gómez, e ora stanno valutando le azioni legali in Spagna.
La verità su chi abbia ucciso Mario Biondo rimane avvolta nell’ombra, mentre la docu-serie alimenta il dibattito senza risolvere definitivamente il mistero. La vita di Raquel Sánchez Silva, ha proseguito il suo corso, legandosi al produttore audiovisivo argentino Matias Dumont, formando una famiglia con due figli dal 2014, un anno dopo la morte di Biondo.
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