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Dopo due anni, il giallo di Ponza continua a essere avvolto nel mistero. Cos’è successo il 9 agosto 2020 a Gianmarco Pozzi, il 28enne trovato senza vita dentro un’intercapedine?
In un primo momento si è pensato a un suicidio ma l’ipotesi si è rivelata inattendibile, destando molti dubbi.
I familiari di Gianmarco hanno chiesto fin subito di scoprire la verità e fare giustizia, non credendo al fatto che potesse essersi suicidato.
Purtroppo il giallo di Ponza è ancora avvolto nel mistero nonostante continuino a spuntare nuovi testimoni e altre prove. Negli ultimi tempi sembra ci sia stata una svolta nelle indagini: scopriamo cos’è accaduto.
Gianmarco Pozzi è nato nel 1993 a Frascati, dov’era residente, ma lavorava a Ponza come addetto alla sicurezza nelle discoteche.
Il giovane era stato campione italiano di kickboxing. Questa sua abilità nel lottare e difendersi potrebbe spiegare la presenza dei segni sul suo corpo, mai refertati.
Gianmarco Pozzi viene ritrovato morto il 9 agosto 2020 sull’isola pontina, dietro un’abitazione, pare dopo aver compiuto un volo di tre metri.
Durante una prima ricostruzione degli investigatori si pensa a una caduta accidentale e successivamente a un suicidio.
Più avanti emergerà l’ipotesi di omicidio: si tratta, quindi, di un giallo ricco di dubbi e incertezze che porta a valutare attentamente alcune operazioni effettuate durante le indagini.
I familiari di Gianmarco con l’avvocato Fabrizio Gallo hanno chiesto subito di cercare la verità sull’accaduto.
Sembra che gli agenti arrivati sul posto, dopo essere stati avvisati dal proprietario della casa, abbiano proceduto alla rimozione veloce del cadavere.
Successivamente avrebbero chiesto all’uomo di ripulire il luogo, secondo quanto dichiarato dallo stesso.
Gli indumenti e gli effetti personali di Gianmarco non sono mai stati restituiti alla famiglia, né erano presenti nella valigia riportata a Roma.
Nel corso di una seconda indagine, la perizia sul corpo del giovane è stata definita inadeguata, non essendo stata segnalata nemmeno la temperatura corporea.
L’autopsia indica una lesione alla testa piuttosto profonda, diverse fratture alle costole e a una clavicola e un edema polmonare. Probabilmente il ragazzo è stato colpito ripetutamente, forse con un oggetto, e poi gettato nell’intercapedine.
Si è parlato, dunque, di “lesioni incompatibili con la caduta”: ecco perché non è ammissibile l’archiviazione del caso come suicidio.
Dopo circa due anni dal ritrovamento del corpo senza vita di Gianmarco Pozzi, arriva finalmente una svolta.
Pare che l’ipotesi di suicidio venga smentita non solo dal medico legale ingaggiato dalla famiglia, ma anche dal soccorritore dell’ambulanza.
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Il testimone ha ricordato che la mattina del 9 agosto notò molte spine sulla schiena del ragazzo, ma questo particolare non è mai refertato.
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L’avvocato, inoltre, ha rivelato che è stato ascoltato una super testimone. La donna il 9 agosto, mentre stendeva bucato, vide alcune persone che trasportavano una carriola dalla quale spuntavano dei piedi.
Una caduta a peso morto potrebbe giustificare le ferite ritrovate sul corpo del pugile ventottenne. L’avvocato Gallo ha voluto aggiungere che quello di Gianmarco non sarebbe l’unico caso gestito in questo modo dalle forze dell’ordine. A tal proposito ha ricordato l’omicidio di Stefano Cucchi e quello di Serena Molliconi ad Arce.
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