Cronaca

Chi ha ucciso Barbara Sellini e Nunzia Munizzi? La verità sul massacro di Ponticelli

Il massacro di Ponticelli è accaduto 40 anni fa e sembra, ma ancora servono delle conferme, che l’Antimafia abbia chiesto di riaprire il caso, visto che le tre persone accusate e processate si sono sempre proclamate innocenti, anche dopo che sono stati condannati.

Vittime del massacro furono, nel 1983, due bambine di nome Barbara Sellini e Nunzia Munizzi che avevano solo 7 e 10 anni quando erano state rapite, non solo poi anche seviziate, ma anche uccise. Tutto era accaduto in un quartiere presente nella periferia di Napoli, Ponticelli e dal giorno in cui furono ritrovati i due cadaveri semi-carbonizzati, e sembra anche abbracciati, il tutto sarebbe diventato noto con l’espressione “massacro di Ponticelli”.

Il massacro di Ponticelli

Il massacro di Ponticelli avrebbe visto come vittime due bambine, rispettivamente di nome Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, che comunque sarebbero state prima rapite, poi seviziate e semi-carbonizzate, uccise. L’età delle due bambine era di 7 e di 10 anni e sembra anche che tutto sia avvenuto proprio in un quartiere chiamato Ponticelli, che avrebbe dato il nome all’espressione con cui ancora oggi, a distanza di 40 anni da quando sarebbero stati ritrovati i corpi delle vittime, viene indicata la tragedia, ovvero “massacro di Ponticelli”, appunto.

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Sembra che il quartiere in questione poi si trovi in una zona della periferia della città di Napoli e oltre a questo sembra anche che per gli omicidi in questione furono condannati tre giovani, ma proprio questi ultimi si sono sempre dichiarati non colpevoli e sembra che l’Antimafia abbia anche chiesto di riaprire il caso.

I dubbi

Non ci sono ancora certezze sul caso ed è per questo che si deve parlare al condizionale o limitarsi semplicemente a riportare il fatto che, sebbene i tre giovani siano stati condannati, appunto gli stessi hanno sempre detto che erano stati vittime di errori giudiziari.

Le due bambine sembra che erano amiche fin dalla tenera età e a volte uscivano da sole per poi riunirsi con altre amichette. Sembra che una sera stessero per uscire, da come spiegano le fonti in rete, ma in ogni caso sulla cui veridicità è giusto esprimere un dubbio o comunque il condizionale, con un uomo in macchina.

La mattina successiva i carabinieri trovarono i due corpi semi-carbonizzati. Sembra che la macchina fosse una Fiat 500 Blu e con un fanalino rotto e un cartello con scritto “vendesi” ma in ogni caso ancora oggi, come accennato, i tre condannati sembra che si siano sempre dichiarati colpevoli.

Giada Fiordaliso

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Giada Fiordaliso

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