Eduardo, Peppino e Titina De Filippo sono stati i tre figli illegittimi di Eduardo Scarpetta nata dalla relazione con la mamma Luisa De Filippo.

La storia dei fratelli De Filippo

La storia dei fratelli De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina, rappresenta le fondamenta della “Nuova Risata Napoletana”. Attraverso la loro arte, hanno influenzato generazioni di autori e attori italiani. I De Filippo furono artisti completi: non solo attori teatrali e cinematografici, ma anche valenti autori, direttori di compagnia, poeti, pittori, scrittori, e abili gestori del loro patrimonio materiale ed artistico.

L’infanzia dei Fratelli De Filippo

Nati da una sarta della compagnia di Eduardo Scarpetta, i tre fratelli vissero una fanciullezza particolare. Peppino fu cresciuto fino ai cinque anni da una balia a Caivano, un’esperienza che ricorderà per tutta la vita. Successivamente, i tre vissero a Napoli, in un vicolo del quartiere Chiaia, e furono introdotti al mondo artistico da Eduardo Scarpetta, il loro padre naturale, che chiamavano affettuosamente “lo zio”.

Inizio della carriera artistica

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La loro carriera artistica iniziò tutti con lo stesso ruolo, in “Miseria e Nobiltà”, una commedia di Scarpetta. Dopo anni di gavetta, tra Napoli e Campania, Titina, Peppino ed Eduardo divennero famosi sia come interpreti che come autori. Nel 1931 nacque il “Teatro Umoristico di Eduardo De Filippo, con Titina e Peppino”.

Il Teatro Umoristico e le divisioni

Il Teatro Umoristico riscosse un grande successo, prima a Napoli e poi in tutta Italia. Tuttavia, nel 1942, un insanabile litigio tra Eduardo e Peppino portò alla fine di questo sodalizio. Il conflitto fu così aspro che portò alla rottura definitiva dei rapporti tra i due fratelli, che però continuarono le loro carriere in maniera autonoma.

Il successo e le difficoltà

Titina De Filippo, divenne la protagonista di uno dei capolavori del teatro italiano del Novecento: “Filumena Marturano“, scritta da Eduardo pensando a lei come interprete principale. Nonostante le iniziali difficoltà, Titina riuscì a catturare il personaggio di Filumena, portando alla ribalta uno dei copioni più potenti del teatro italiano del Novecento.

Peppino De Filippo, per il quale Eduardo confessò di avere rancore ma che sentì mancare dopo la sua morte, morì di una patologia al fegato il 26 gennaio 1980. Eduardo De Filippo, da parte sua, continuò a lavorare nel teatro fino alla fine, lasciando un’eredità inestimabile alla cultura italiana.

Il legame con Eduardo Scarpetta

Nonostante Eduardo Scarpetta avesse assicurato ai tre figli un’infanzia agiata, alla sua morte lasciò un’eredità modesta alla loro madre e a loro, dovuta principalmente alle difficoltà economiche che l’artista incontrò nella parte finale della sua vita. Ciò spinse i tre fratelli a lavorare duramente per costruire le loro carriere artistiche e per mantenere il loro livello di vita.

I tre fratelli De Filippo hanno sempre avuto un rapporto complesso con il loro padre naturale, Eduardo Scarpetta. Malgrado lo avessero sempre chiamato “zio”, riconoscevano il suo ruolo di figura paterna e il suo grande contributo alla loro formazione artistica. Nonostante le difficoltà e i conflitti, i fratelli De Filippo hanno sempre espresso un profondo rispetto e una grande ammirazione per la figura di Scarpetta, riconoscendone il talento e l’influenza sul loro lavoro.

L’eredità dei De Filippo

La carriera artistica dei fratelli De Filippo rappresenta un importante contributo alla cultura e al teatro italiano. Ognuno di loro ha lasciato un’impronta unica e inconfondibile: Eduardo con le sue commedie, che sono diventate dei classici del teatro italiano; Peppino con la sua capacità di dare vita a personaggi comici indimenticabili; e Titina, con la sua straordinaria capacità interpretativa.