Antonio e Mariarosa erano i genitori di Pietro Maso. Mai si sarebbero aspettati che fosse il figlio a mettere fine alla loro vita.
Il nome Pietro Maso è legato indissolubilmente ad un oscuro episodio di cronaca nera che ha sconvolto l’Italia degli anni ’90. Tuttavia, chi erano i veri protagonisti di questa tragedia, Antonio Maso e Mariarosa Tessari, le vittime di un macabro disegno architettato dal loro stesso figlio?
Nel panorama criminale italiano, il caso Maso rappresenta una di quelle storie che continuano a turbare l’animo pubblico, proprio per la sua natura sconvolgente. Pietro Maso, a soli diciannove anni, decide di mettere in atto un piano per uccidere i suoi genitori, con la complicità di tre amici. Il motivo? Un’eredità e la prospettiva di un guadagno economico. Un movente basato sulla pura avidità, che scuote il profondo concetto di legame familiare e mette in discussione i valori basilari di bene e male.
Il giovane Pietro non agisce da solo: al suo fianco ci sono Giorgio Carbognin, Paolo Cavazza e Damiano Burato. Questi ragazzi, affascinati dalla personalità carismatica e dominante di Maso, diventano strumenti nelle sue mani, pronti a compiere l’impensabile per una promessa di ricchezza.
Fin dalla sua giovinezza, Pietro mostra tratti distintivi di narcisismo ed egocentrismo, conducendo una vita lussuosa ed ostentata. Questa personalità lo porta a circondarsi non di veri amici, ma di semplici adulatori, soggetti alla sua influenza e pronti a seguirlo ciecamente.
La molla che porta alla tragica decisione di uccidere Antonio e Mariarosa è una serie di scelte avventate e criminali, tra cui la falsificazione della firma della madre su un assegno. L’avidità e l’aspirazione al benessere immediato spingono Pietro a considerare l’eliminazione fisica dei genitori come l’unico modo per accedere rapidamente all’agognata eredità.
Il piano viene eseguito con precisione chirurgica: i quattro giovani si preparano adeguatamente, indossando tute per proteggersi dal sangue e maschere per non essere riconosciuti. La morte di Antonio e Mariarosa avviene in soli cinquantatré minuti, in una sequenza di violenza e brutalità che ancora oggi lascia senza parole.
Nonostante i tentativi di depistare le indagini, Pietro e i suoi complici vengono presto sospettati, arrestati e, infine, condannati. La realtà è che, nonostante le apparenze e la meticolosa pianificazione, gli errori commessi e l’atteggiamento di Pietro portano gli investigatori a svelare la verità dietro quella tragica notte.
Il vero movente dietro l’omicidio dei coniugi Maso è una combinazione di frustrazione, desiderio di benessere economico e un profondo divario generazionale tra Pietro e la sua famiglia. Una combinazione pericolosa che culmina in un atto inimmaginabile.
Dopo la sua incarcerazione, Pietro diventa un personaggio ricercatissimo da tv e stampa. Ha raccontato di sentire profondamente la mancanza dei genitori, di essersi pentito e che vorrebbe dire loro quanto gli vuole bene. A livello lavorativo aiuta, con il suo lavoro da giardinieri, i detenuti a reintegrarsi nella società.
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