Vittorio Veltroni è stato uno dei pionieri del giornalismo radiofonico e televisivo italiano, un uomo di grande talento che ha lasciato un segno indelebile nella storia della comunicazione italiana. Nato a Tripoli il 26 novembre 1918, la sua carriera è stata caratterizzata da eventi storici e dall’innovazione, oltre che dalla scoperta di talenti come Mike Bongiorno, che grazie a Veltroni ha potuto avviare una delle carriere più longeve e iconiche della televisione italiana.

Le origini e i primi passi nel giornalismo

Nonostante il desiderio del padre che lo voleva avvocato, Vittorio Veltroni scelse la strada del giornalismo fin da giovane. A soli 17 anni, trovò impiego come annunciatore presso la sede Eiar di Torino, avviando così una carriera straordinaria. Successivamente, dopo aver frequentato i corsi del Centro radiofonico sperimentale diretto da Fulvio Palmieri, iniziò a distinguersi come cronista sportivo.

Uno dei suoi primi incarichi significativi fu la copertura del Tour de France del 1937, un’esperienza che lo vide affermarsi come una voce autorevole nel panorama radiofonico italiano. Da quel momento, Veltroni si dedicò a seguire i maggiori eventi legati alla vita politica e internazionale dell’epoca fascista, includendo radiocronache da aeroporti militari e sommergibili.

Le grandi radiocronache e l’impatto sulla società italiana

Il talento di Vittorio Veltroni si espresse in numerose occasioni di rilievo. Fu lui a organizzare le radiocronache della visita di Adolf Hitler in Italia nel maggio 1938, e nel 1939 commentò, insieme a Mario Ferretti, la visita di Papa Pio XII al Quirinale per incontrare Re Vittorio Emanuele III.

Durante l’occupazione nazista di Roma, Veltroni si unì alla resistenza come membro della Brigata monarchica “Savoia”, dimostrando coraggio e senso del dovere anche al di fuori della sua carriera giornalistica.

Tra i suoi più grandi successi radiofonici vi fu la copertura dei funerali della squadra di calcio del Grande Torino dopo la tragedia di Superga nel 1949, un momento di profonda commozione per l’intero Paese. Ancora, durante l’alluvione del Polesine del 1951, fu proprio lui a ideare la trasmissione “Catena della fraternità”, che promosse una raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite.

La scoperta di Mike Bongiorno

Uno dei contributi più importanti di Vittorio Veltroni al mondo dello spettacolo italiano fu la scoperta di Mike Bongiorno. Veltroni, riconoscendo il potenziale del giovane italo-americano, gli offrì l’opportunità di entrare nel mondo della televisione italiana, segnando così l’inizio di una collaborazione destinata a cambiare per sempre il panorama televisivo. Mike Bongiorno, diventato poi il volto della TV italiana, non ha mai dimenticato l’importanza di quella prima occasione offerta da Veltroni.

Oltre a Bongiorno, Veltroni scoprì anche altri talenti come Lello Bersani, Aldo Salvo, Luciano Rispoli e Sergio Zavoli, dimostrando una grande abilità nel riconoscere le qualità di futuri protagonisti del giornalismo e della televisione.

La carriera televisiva e l’Eurovisione

Nel dopoguerra, Veltroni contribuì alla rinascita delle radiocronache italiane e nel 1954 fu scelto per dirigere il neonato Telegiornale, che in pochi anni sarebbe diventato il punto di riferimento per l’informazione televisiva italiana. Uno dei momenti più storici della sua carriera fu il commento della prima trasmissione della Televisione Europea il 6 giugno 1954, che vide collegati simultaneamente nove Paesi.

La tragica morte

Nonostante la sua promettente carriera e il grande contributo dato alla televisione e al giornalismo italiano, Vittorio Veltroni morì prematuramente all’età di soli 37 anni a causa di una forma acuta di leucemia. La sua scomparsa lasciò un grande vuoto, non solo nella sua famiglia, ma anche nel mondo della comunicazione italiana. Veltroni era sposato con Ivanka Kotnik, figlia dell’ambasciatore sloveno Ciril Kotnik, e insieme ebbero due figli, tra cui Walter Veltroni, che seguì le orme del padre, diventando una figura di spicco nella politica italiana.