Teresa Costanza era laureata alla Bocconi di Milano in marketing, stando a quello che emerge dalle fonti che parlano di lei in rete e aveva 30 anni quando fu uccisa, nel 2015. Insieme a lei, anzi, prima di lei, Giosuè Ruotolo sparò prima al fidanzato, che si trovava in auto con lei. Lei a quanto pare era dalla parte del guidatore, mentre Trifone Ragone, questo il nome del fidanzato di Teresa, era accanto a lei.
Sul caso non solo si parlò molto anche sui media, ma ancora oggi se ne parla e fu deciso l’ergastolo per l’uccisore dei due giovani, che aveva 28 anni quando compì i due omicidi. Su Teresa Costanza che altro si sa?
Teresa Costanza, chi era
Teresa Costanza viveva insieme al suo fidanzato Trifone Ragone e da quello che si legge da alcune fonti che sono presenti in rete, la donna aveva origini siciliane, ma aveva studiato a Milano. In più lavorava nel settore assicurativo. Circa il suo ragazzo invece va detto che lo stesso era un militare e anche la persona che premeditò l’omicidio di Ragone stesso e di Teresa era un membro dell’esercito, praticamente un commilitone di Trifone.
Secondo le minuziose indagini che furono realizzate all’epoca, dato che come accennato si trattava del 2015, ecco che Ruotolo avrebbe organizzato tutto nei minimi dettagli, anche perché sembra che fosse geloso di tutti e due i fidanzati. Per lui, come avevano sostenuto i professionisti che si sono occupati delle indagini, Trifone e Teresa costituivano una sorta di minaccia vivente e per questo sembra che Ruotolo abbia deciso di sparare a tutti e due.
Qualche dettaglio
Su Teresa Costanza non si sa molto altro, ma secondo le ricostruzioni, si sa che Ruotolo uccise prima Trifone e poi lei usando la stessa arma: una Beretta del 1922. In più lo stesso Ruotolo fu condannato all’ergastolo, mentre fu condannata a dieci mesi di reclusione pure la sua ex ragazza, ovvero Maria Rosaria Patrone, che aveva 28 anni come lui e che veniva sempre come lui da Somma Vesuviana.
L’accusa che è stata rivolta a Patrone sembra che sia il fatto che lei abbia nascosto dei dettagli utili per le indagini senza appunto riferirli a coloro che stavano indagando. In più sembra anche che fossero stati cancellati dei messaggi che lei si era scambiata con Ruotolo.
Proprio quest’ultimo poi si sarebbe sempre dichiarato come del tutto estraneo alla vicenda, non colpevole. Chi si è occupato del caso però ha constatato che non era per niente così e appunto lo hanno condannato all’ergastolo.