Santa Scorese è stata uccisa quando aveva solo 23 anni. Nel 1998 è iniziato il processo di beatificazione.

La sua è una storia di fede, devozione e sofferenza. Era un’attivista cattolica strappata alla vita troppo presto.

Chi era Santa Scorese

Il padre di Santa Scorese era un agente di polizia mentre la madre era casalinga. Da giovane ha ricevuto una formazione cristiana presso l’oratorio della chiesa del “Santissimo Redentore”.

La giovane Santa sviluppò una profonda devozioni mariana, derivata dal culto a Maria Ausiliatrice, tipico dei Salesiani di don Bosco.

A soli 15 anni iniziò a prestare volontariato presso la Croce Rossa, occupandosi di ragazzi poliomielitici e affetti da distrofia muscolare. Successivamente estese il suo impegno sociale anche alla Protezione Civile.

Entrò a far parte dei cosiddetti Focolari fondati da Chiara Lubich. Frequentò poi l’istituto delle Missionarie dell’Immacolata di Padre Kolbe a Palese, dove partecipò tra l’altro a un corso di esercizi spirituali.

Nella parrocchia di Palo del Colle, a pochi chilometri da Bari dove la famiglia si è trasferita nel 1987, svolse l’attività di catechista, entrando a far parte del consiglio pastorale, partecipando attivamente alle attività dell’Azione Cattolica.

Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo “Orazio Flacco” di Bari, si iscrive al corso di laurea in pedagogia presso la locale università.

A partire dal 1988 un giovane psicopatico, che casualmente l’ha sentita proclamare la Parola di Dio durante una celebrazione nella cattedrale di Bari, la segue ovunque, perseguitandola con un corteggiamento ossessivo.

Il 15 marzo 1991 il suo persecutore attende sotto il portone che lei rincasi e la colpisce con quattordici coltellate.

Nel 2018 è stato annunciato ufficialmente l’apertura dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione e per martirio in odio della fede.

Attualmente Santa Scorese è Serva di Dio, per l’eroicità dimostrata in una tragedia analoga a quelle di sante come Maria Goretti e Antonia Mesina.