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Chi era Rino Gaetano: vita, carriera, successi e morte del cantautore

Rino Gaetano è stato ed è uno dei cantautori italiani più amati dal pubblico. E’ ricordato per la sua voce ruvida, per l’ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.

Crocevia della sua carriera fu l’esperienza sanremese con il successo di Gianna.Tragica e prematura fu la sua scomparsa, dovuta a un incidente stradale che lo portò via all’età di trent’anni.

Il lavoro di Gaetano cominciò a essere significativamente apprezzato diversi anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni vennero riscoperte soprattutto dopo il 2000.

Chi era Rino Gaetano: vita, carriera, successi e morte del cantautore

Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, nacque a Crotone il 29 ottobre 1950 e diceci anni dopo si trasferì a Roma con la famiglia.

Nel 1968, assieme a un gruppo di amici creò il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano vi suonava il basso e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni.

Nel 1969 Rino si avvicinò al teatro e iniziò a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibivano molti giovani artisti. Qui conobbe Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori e incominciarono così a emergere quelle caratteristiche che lo differenziavano da altri artisti coevi: la forte ironia dei suoi brani e il suo modo di cantare e di criticare.

In quello stesso periodo Gaetano si esibì spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prese parte a diverse rappresentazioni teatrali: recitò poemi di Majakovskij e interpretò Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe nel Pinocchio di Carmelo Bene.

Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It.

Gaetano nel 1973 incise un 45 giri con la It, I Love You Maryanna. Il cantautore tuttavia preferì firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri’s, in omaggio a un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari.

I primi successi

Il 1974 fu un anno importante per Gaetano: scrisse i brani del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, e incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi un’intensa amicizia.

L’affermazione arrivò nel 1975 con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu, che vendette solo quell’anno ben 100 000 copie.

Il brano segnò il primo grande successo di Gaetano ma la popolarità del cantante era ancora molto limitata.

Nel 1976 Gaetano incise il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cercò di attirare l’attenzione dell’ascoltatore proponendo argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l’emarginazione, temi portanti dell’album.

Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l’utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Gaetano riuscì a ottenere un album più complesso e maturo del precedente.

L’anno successivo Gaetano compose e incise il suo terzo album, Aida. Con l’aumento della popolarità, arrivarono anche le prime apparizioni televisive.

La partecipazione al Festival di Sanremo

L’idea di portare Rino Gaetano al Festival di Sanremo partì da Vittorio Salvetti, inventore del Festivalbar e da Ennio Melis, direttore artistico della RCA.

Gaetano aveva intenzione di presentare la canzone Nuntereggae più, tratta dal nuovo album. La RCA tuttavia considerava la canzone poco adatta al Festival per via del lungo elenco di nomi di personaggi noti presente all’interno del testo e consigliò fortemente a Gaetano di presentare Gianna.

Il 26 gennaio 1978 iniziò il 28º Festival della Canzone Italiana e Gaetano fece il suo ingresso sul palco con una tuba nera, un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica. Sul bavero del frac portava appuntata una colossale quantità di medagliette, che nel corso dell’esibizione consegnò in parte al direttore d’orchestra e in parte lanciò al pubblico. Gaetano suonava inoltre un ukulele.

L’esibizione di Gaetano raccolse il consenso della critica e del pubblico: alla fine il brano si classificò terzo, dietro E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un’emozione da poco di Anna Oxa.

Dopo la partecipazione al Festival, la carriera antecedente di Gaetano rimase praticamente oscurata dal successo di Gianna: per gran parte del pubblico infatti il cantautore era noto semplicemente come «quello di Gianna».

Dopo Sanremo le sue esibizioni erano notevolmente cambiate rispetto ai primi tempi: il cantante aveva un seguito decisamente maggiore e la scenografia adesso era studiata nei minimi dettagli.

Nel 1980 Gaetano incise il suo sesto e ultimo album, E io ci sto. Questo 33 giri propose nuove sonorità; ciò che colpì maggiormente del disco fu il tono più serio delle canzoni, l’impegno civile dimostrato dal cantautore e l’utilizzo di sonorità rock.

Il 31 maggio Gaetano fece la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto e Scusa Mary nel programma Crazy Bus. In quei giorni incise alcune canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio Battisti.

La morte di Rino Gaetano

La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero il 2 giugno 1981 all’età di trent’anni in seguito a un incidente stradale.

Il 2 giugno, dopo una serata passata nei locali, stava tornando a casa da solo a bordo della sua auto. Alle 3:55, mentre percorreva via Nomentana, all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea, invase con la sua vettura la corsia opposta. Un camionista che sopraggiungeva nell’altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l’urto con il mezzo pesante fu inevitabile.

La parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti; Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l’impatto del petto sul volante e il cruscotto fu violentissimo.

Quando arrivarono i mezzi di soccorso, Gaetano era già in coma; giunto al Policlinico Umberto I furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta allo sterno.

Il policlinico non aveva però un reparto attrezzato per gli interventi d’urgenza sui craniolesi, così il medico di turno, il dottor Novelli, si mise alla ricerca di un’altra struttura dotata di un reparto di traumatologia cranica. Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano morì comunque alle sei del mattino.

I funerali si tennero il 4 giugno nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, dove Gaetano avrebbe dovuto sposarsi di lì a poco. Le spoglie vennero dapprima sepolte nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre trasferite al cimitero del Verano.

 

Redazione Campania

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