Questa sera alle 21:25 Rai 3 trasmetterà il docufilm “ Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre”, scritto e diretto da Walter Veltroni. Il titolo del documentario è una frase che La Torre disse a Emanuele Macaluso dirigente del PCI qualche giorno prima di essere ucciso insieme a Rosario Di Salvo. Chi era Pio La Torre? Ecco la storia di un uomo che dedicò la sua vita all’impegno civile per migliorare le condizioni dei braccianti.
Pio La Torre è nato il 24 dicembre 1927 ad Altarello di Baida, una frazione di Palermo, da papà Filippo e mamma Angela. La famiglia di Pio è poverissima e lui è il penultimo di cinque figli: gli altri fratelli sono Filippo, Antonina, Felicia e Luigi.
Già all’età di quattro, cinque anni manifesta il desiderio di andare a scuola e studiare nonostante suo padre sia contrario. Fortunatamente mamma Angela riesce a convincere suo marito Filippo, che accetta a patto che Pio pulisca tutte le mattine la stalla prima di recarsi a scuola.
Nel 1961 Pio, grazie al suo impegno e alla grande forza di volontà ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Palermo. Fin da giovane La Torre si impegna per difendere i braccianti, finendo anche in prigione. Entrerà a far parte
prima della Federterra poi della CGIL e, infine, del Partito Comunista Italiano.
Nel 1949 incontra Giuseppina Zacco, la sua futura moglie, e dal loro matrimonio nascono due figli: Filippo e Franco.
Viene poi eletto consigliere comunale di Palermo e nel 1959 diventa segretario regionale della CGIL Roma. Nel 1960 entra a far parte del comitato centrale del PCI. Nel 1969 si trasferisce a Roma dove assume il ruolo di direttore della commissione Agraria e poi di quella meridionale.
Successivamente Enrico Berlinguer lo vuole nella segreteria nazionale del partito. Quando del 1972 viene eletto deputato alla Camera del Collegio Sicilia Occidentale si occupa subito di agricoltura e nel 1976 diventa componente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Nel 1979 viene eletto alla Camera e diventa componente della Commissione Difesa; nello stesso periodo redige insieme ad altri una relazione della Commissione Antimafia.
Con questa accusa Giovanni Gioia, Salvo Lima e Vito Ciancimino di avere rapporti con cosa nostra. Nel 1980 presenta alla Camera dei Deputati un disegno di legge con l’introduzione del reato di associazione di tipo mafioso e del sequestro dei patrimoni mafiosi.
Pio La Torre muore insieme a Rosario Di Salvo in un agguato mafioso il 30 Aprile 1982, alla vigilia della festa dei lavoratori. Alle 9:20 di quel triste giorno La Torre stava raggiungendo la sede del partito insieme a Rosario Di Salvo che guidava una Fiat 131.
Giunti in Piazza Generale Turba una moto obbligò di Salvo a fermarsi e subito partì una scarica di proiettili.
Da un’altra auto scesero altri killer che completarono il duplice assassinio. Pio La Torre morì sul colpo mentre Rosario Di Salvo riuscì a sparare alcuni colpi di pistola prima di spirare. Dopo l’omicidio arrivarono alcune rivendicazioni da parte delle Brigate Rosse e di Prima Linea che, però, non vennero giudicate attendibili.
Ai funerali, che si svolsero in Piazza Politeama, parteciparono centomila persone. Erano presenti anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Giovanni Spadolini, Carlo Alberto Dalla Chiesa ed Enrico Berlinguer. Pio La Torre è stato sepolto nel cimitero dei Cappuccini di Palermo. Medaglia d’oro al merito civile per le
grandi virtù civiche e il rigore morale sostenuti fino all’estremo sacrificio.
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