Pier Paolo Pasolini è un intellettuale che ha segnato un’epoca. Vicende misteriose, comunque, sono collegate alla sua vita e perfino alla sua morte. E a questo proposito non possiamo fare a meno di citare Pino Pelosi, il cosiddetto Pelosino.
Era così che lo chiamavano a Roma, per il suo aspetto fanciullesco. Pino Pelosi è diventato famoso perché i giornali lo hanno mostrato come l’omicida di Pier Paolo Pasolini. Nel corso del tempo, comunque, le verità si sono molto intrecciate e le questioni si sono fatte più complesse. La morte di Pasolini, quella notte, è diventata uno dei più grandi misteri italiani.
Il ruolo di Giuseppe Pelosi nella morte di Pasolini
La domanda resta sempre la stessa, ovvero chi è stato il vero assassino di Pier Paolo Pasolini. L’unico colpevole riconosciuto fu Giuseppe Pelosi, nato nel 1959. È stato nominato anche come “Pino la rana”. La stampa, infatti, spesso era solita attribuire dei soprannomi poco piacevoli in quel tempo.
In particolare Pelosi si era “guadagnato” questo nomignolo per il fatto che avesse sempre gli occhi rossi e gonfi, come quelli di una rana. Si diceva che avesse subito anche delle percosse durante gli interrogatori.
Il suo volto non passò inosservato, già da quando, ancora 17enne, i telegiornali lo mostrarono come la persona che aveva ucciso Pier Paolo Pasolini. Si trattava, secondo la stampa locale, di un ragazzino della seconda media, che era solito fare la vita e che avrebbe massacrato il poeta.
La vicenda legata alla morte di Pasolini
La vicenda riguardo alla morte di Pasolini, almeno presumibilmente per mano di Pelosi, rimane ancora un mistero. I due si sarebbero incontrati all’Idroscalo, ma il giovane avrebbe reagito con violenza all’approccio che Pasolini avrebbe avuto nei suoi confronti.
Da qui sarebbe scaturita una violenza inaudita, da cui sarebbe venuto fuori un omicidio colposo. Inevitabilmente viene fuori un altro nome, tirato in ballo dallo stesso Pelosi. Si tratta di quello di un ragazzo suo coetaneo, che già si era reso colpevole di un omicidio qualche tempo prima.
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Il nome del giovane era Jhonny lo zingaro, all’anagrafe conosciuto come Giuseppe Mastini. Era un figlio di rom analfabeta di etnia sinti, che era cresciuto nei sobborghi romani.
Proprio a Jhonny apparteneva l’anello che sarebbe stato regalato a Pasolini e che sarebbe stato ritrovato successivamente, perché il giovane, la notte dell’omicidio di Pasolini, lo avrebbe perso.
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Quanto c’è di vero anche in questa storia dell’anello? Tutto corrisponde a verità oppure è stato un tentativo di Pelosino di tenere fuori dalla storia il ruolo di Jhonny lo zingaro per la paura di ritorsioni? Anche questa è una delle domande a cui nel tempo non si è riusciti a dare una risposta precisa.