Leonildo è stato il maestro di Nada e il loro rapporto e la loro storia viene raccontata nel film La bambina che non voleva cantare.
Un incontro destinato
Nel 1961, nella tranquilla campagna toscana di Gabbro, la piccola Nada viveva con i suoi genitori, Viviana e Gino, la sorella maggiore Miria, e la nonna Mora. Un giorno, accompagnando la sorella in un convento di monache per preparare il corredo del suo matrimonio, Nada incontrò suor Margherita, la direttrice del coro. Suor Margherita, colpita dalla voce di Nada, riconobbe immediatamente il suo talento naturale.
Il primo contatto con Leonildo
Fu grazie a suor Margherita che Nada venne presentata al maestro Leonildo, incaricato da Viviana di impartirle lezioni di canto. Viviana, che soffriva spesso di crisi depressive, trovò un momento di sollievo e gioia nel sentire la figlia cantare. Tuttavia, all’inizio, Nada non era entusiasta delle lezioni e si comportava in maniera ostile, causando sconforto alla madre. Questo portò Viviana a interrompere temporaneamente le lezioni, ma la passione di Nada per il canto non poté essere soppressa a lungo.
La ripresa delle lezioni e il primo successo
Dispiaciuta per aver deluso sua madre, Nada iniziò a cantare “Senza fine”, impressionando Viviana e il maestro Leonildo. Questo momento segnò una svolta, e Leonildo decise di riprendere Nada sotto la sua ala. Da quel momento, le lezioni di canto proseguirono con maggiore intensità e determinazione.
Nel 1967, grazie all’incoraggiamento di Leonildo, Nada inviò una richiesta d’ammissione a un concorso per voci nuove a Camaiore, nonostante fosse riluttante. La sua performance con il brano “Io ti darò di più” le valse il primo premio, segnando l’inizio di una serie di successi nei concorsi musicali. Leonildo, sempre presente, continuò a guidarla e supportarla lungo questo cammino.
Un rapporto complesso ma fruttuoso
Il rapporto tra Nada e sua madre Viviana era complesso, spesso segnato da tensioni e conflitti. Nada si sentiva pressata a vivere la sua vita in funzione delle aspettative della madre, il che la portava a momenti di frustrazione e ribellione. In una delle sue lettere alla sorella Miria, Nada espresse il suo desiderio di libertà e indipendenza. Nonostante queste difficoltà, il sostegno di Leonildo e la passione per la musica aiutarono Nada a superare gli ostacoli.
La crisi familiare e il sostegno di Leonildo
Durante un periodo particolarmente tumultuoso, con la madre Viviana ricoverata per una grave crisi psicologica, Nada si sentì colpevole e disorientata. Tuttavia, il maestro Leonildo continuò a sostenerla, aiutandola a mantenere il focus sulla sua crescita artistica. Il rapporto con Leonildo non era solo quello di un maestro e un’allieva, ma anche di un mentore che offriva stabilità in momenti di caos.
La consacrazione a Sanremo
Il 1969 fu l’anno della consacrazione per Nada. A soli 15 anni, partecipò alla 19ª edizione del Festival di Sanremo, esibendosi con il brano “Ma che freddo fa”. La performance fu un grande successo, e Nada ricevette un’enorme attenzione mediatica e popolare. Dietro le quinte, Leonildo continuava a essere una figura di riferimento, il maestro che aveva creduto in lei sin dall’inizio.