Mario Sossi è stato un famoso politico, magistrato e pubblico ministero italiano. Nel 1974 venne sequestrato dalle Brigate Rosse e fu rilasciato un anno dopo. In pochi sanno la sua vera storia e non stiamo per raccontarvela.

Mario Sossi, le origini 

Mario Sossi nasce nel 1932 a Imperia, in Liguria, e nel 1953 viene chiamato per il servizio di Leva. Operò nel corpo degli alpini con cui ci rimase fino all’anno seguente e a cui è rimasto molto legato. Sossi intraprende il percorso di studi universitario e si laurea in Giurisprudenza. Nel 1957 entra nella magistratura e aderisce all’UMI. Quest’ultima era l’associazione dei magistrati di destra al quale era molto legato, ma dopo che l’hanno abbandonato durante il sequestro si dissocerà da essa.

La sua fama la deve per essere stato in prima linea durante gli scioperi negli ospedali psichiatrici e per il caso di alcuni lavoratori edicolanti che avevano concesso la vendita nel loro negozio di riviste pornografiche. Ma non solo. Si era esposto nel caso dell’arresto di Gianbattista Lazagna, l’avvocato che venne accusato di aver rubato esplosivi e armi.

Nel 1973 viene nominato pubblico ministero nel caso del Gruppo XXII Ottobre che portò alla condanna di alcuni membri. Poco dopo venne sequestrato e in quel momento era impegnato nell’accusa contro dei gruppi terroristici.

Il sequestro di Mario Sossi dalle Brigate Rosse 

Era la sera del 18 aprile del 1974 quando sette auto e un furgone con a bordo una ventina di persone, sequestrarono Mario Sossi mentre stava rientrando a casa, a Genova. Sossi era appena sceso dall’autobus numero 42 quando si svolse tutto molto velocemente. Il sequestro fu soprannominato Operazione Girasole dagli stessi brigatisti.

Mario Sossi ricevette un colpo e venne caricato in un’auto guidata da Alberto Franceschini. La macchina che lo seguiva era guidata da Mara Cagol e dopo un posto di blocco superato senza problemi, a causa di un errore, Franceschini scaricò il suo mitra sulla macchina di Mara che ne rimase illesa. Sossi, in un’intervista, aveva raccontato che la macchina in cui viaggiava era finita contro un albero ed era questo il motivo della sia ecchimosi sul volto che si vedevano nelle foto diffuse dalle Brigate Rosse.

Sossi venne quindi sottoposto a interrogatori lunghi ed estenuanti e al termine dei quali i brigatisti decisero di ucciderlo nel caso in cui non avesse soddisfatto le loro richieste. In cambio della sua liberazione, i brigatisti chiesero di scarcerare gli otto terroristi del Gruppo XXII Ottobre e di trasportarli in un paese amico.

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La liberazione e il rientro di Mario Sossi

Nonostante questa richiesta non venne accolta dalla Corte d’Appello, Mario Sossi venne liberato comunque a maggio del 1974. Dopo essere stato rilasciato il magistrato non avvisò nessuno, prese il treno e scese a Genova per poi presentarsi alla Guardia di Finanza. Dopo pochi mesi, Franceschini venne arrestato mentre Mara Cogol rimase uccisa dopo uno scontro a fuoco.

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Mario Sossi torna a fare la vita di sempre e a ricoprire il ruolo di magistrato e di avvocato penalista. Muore nel 2019, più precisamente il 6 dicembre, e non si conoscono le cause del decesso. Lascia la moglie e due figlie.