Luigi Calabresi era un commissario di polizia. L’uomo era di Roma, era nato il 14 novembre del 1937 da una famiglia medio borghese. Il suo nome è diventato noto soprattutto dopo che Calabresi venne ucciso dalle Brigate Rosse.

Oggi in questo nostro nuovo articolo vi parleremo proprio del commissario e del terribile epilogo che avvenne nel 1972 quando il commissario si trovava a Milano. Scopriamo tutto qui di seguito.

Chi era il commissario Luigi Calabresi

Luigi Calabresi si laureò all’università di Roma La sapienza in giurisprudenza presentando una tesi sulla mafia. La sua passione era dunque già abbastanza forte ed infatti si trasferì ben presto a Milano per lavorare nell’ufficio politico della questura della città.

Oltre ad essere stato un funzionario di polizia, Luigi Calabresi  fu un poliziotto e un commissario capo sempre a Milano. Faceva parte del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza. La sua vita però non fu facile.

Luigi Calabresi venne infatti accusato da alcuni degli esponenti che facevano parte dell’opinione pubblica dell’epoca di estrema sinistra. Questi esponenti accusavano il commissario della morte di Giuseppe Pinelli.

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Come è stato ucciso il commissario Luigi Calabresi

Proprio dalle accuse dipese poi l’omicidio di Calabresi. Il commissario fu vittima di un terribile attentato. Morì il 17 maggio del 1972. I colpevoli della sua morte furono accusati solo parecchi anni dopo. Si trattava in particolare di alcuni esponenti di Lotta Continua, ovvero Ovidio Bompressi e Leonardo Marino che lo uccisero, e Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri che furono i mandanti dell’omicidio.

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Dopo la morte del commissario capo di polizia, Luigi Calabresi ricevette la medaglia d’oro al merito civile alla sua memoria. Ancora oggi, nonostante siano passati così tanti anni da quel terribile episodio, si parla ancora della memoria di Luigi Calabresi, di cosa fece e del modo in cui si spense.