La lotta alla criminalità e alla camorra ancora oggi sono temi che affliggono la comunità. In questo frangente ricordiamo Giancarlo Siani, giornalista del il Mattino. Ucciso per essere stato una penna scomoda, mettendo nero su bianco nomi di personaggi che al solo nominare faceva paura a molti. Vediamo insieme chi era e cosa ha fatto.
Giancarlo Siani, nato il 19 settembre 1959 a Napoli e assassinato il 23 settembre 1985. E’ una figura simbolo del coraggio giornalistico nella lotto contro la criminalità. Proveniva da una famiglia di media borghesia del quartiere Vomero a Napoli.
Durante la sua giovinezza, ha frequentato la scuola “Vincenzo Cuoco” per le elementari, la Scuola media statale “Michelangelo Schipa” per le medie e ha conseguito il diploma di liceo classico con esito massimo .
Iscritto alla facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha iniziato a collaborare con testate locali, mostrando particolare interesse per le questioni legate all’emarginazione sociale.
Giancarlo Siani è stato uno dei fondatori del Movimento Democratico per il Diritto all’Informazione insieme ad altri giovani giornalisti come Gildo De Stefano e Antonio Franchini. Ha partecipato attivamente ai convegni nazionali sulla libertà di stampa e ha scritto i suoi primi articoli per il mensile “Il lavoro nel Sud”, legato all’organizzazione sindacale Cisl.
Siani ha presto iniziato a lavorare come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano “Il Mattino” di Napoli, specializzandosi in cronaca nera e camorra. Ha collaborato con l’Osservatorio sulla Camorra, diretto dal sociologo Amato Lamberti, e ha analizzato i legami tra politica e criminalità organizzata. Le sue inchieste mettevano in luce le connivenze tra esponenti politici locali e i boss mafiosi, gettando luce sulle reti di corruzione.
La svolta nella carriera è arrivata con un articolo pubblicato il 10 giugno 1985, in cui ha rivelato che l’arresto del boss Valentino Gionta è stato possibile grazie a una soffiata fornita dagli alleati della camorra, il clan Nuvoletta. Questa rivelazione ha scatenato l’ira dei boss locali, che vedevano Siani come un traditore. Il suo articolo ha anche rivelato la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari, portando alla luce i segreti dell’organizzazione criminale.
I boss Nuvoletta e altri membri della camorra hanno tenuto diversi incontri per decidere come eliminare Giancarlo Siani, nonostante la ritrosia di Valentino Gionta. Alla fine, il giovane giornalista è stato assassinato il 23 settembre 1985, sotto casa sua nel quartiere Arenella di Napoli, mentre era alla guida della sua vettura.
Dopo la morte, la verità su chi avesse ucciso il giornalista napoletano continuò. Nell’ 97 i mandanti e gli assassini furono condannati all’ergastolo e nel 2004 nuove rilevazioni hanno sollevato ulteriori dubbi sulla vicenza, in merito anche a ciò che successo poco fa a Marano, mettendo i riflettori appunto su Armando del Core e Ciro Cappuccino.
Il 19 settembre 2016, a trentuno anni dalla morte di Giancarlo Siani, è stato inaugurato un murale in sua memoria. Quest’opera di street art, realizzata da Orticanoodles. Rappresenta la vita e il coraggio del giovane, ricordando a tutti l’importanza della lotta per la verità e della denuncia del male.
Il Natale a Tramonti entra nel vivo con due appuntamenti pensati per grandi e piccoli, capaci di…
Un segno zodiacale vivrà un Natale complesso, segnato da un distacco importante. Le stelle suggeriscono…
La calistenia conquista sempre più italiani grazie a esercizi a corpo libero, app digitali e…
Torna per la XVI edizione il Premio artistico-letterario "Città di Tramonti - Tagliafierro", dedicato alla memoria di Pietro Tagliafierro,…
Con l’inverno aumentano i rischi di muffe e cattivi odori in casa: il fisico Vincenzo…
Tramonti si prepara a vivere un momento magico: martedì 23 dicembre, a partire dalle ore 17:00,…