Carlo Angela, oltre che essere il padre dell’indimenticato Piero, è stato un medico eroe che ha dedicato la sua vita per aiutare gli altri e salvare vite.
Carlo Angela, nato a Olcenengo il 9 gennaio 1875 da Pietro e Angela Bordone, è un personaggio noto non solo come padre del celebre divulgatore scientifico Piero Angela, ma anche per la sua notevole carriera e per le sue eroiche azioni durante un periodo buio della storia italiana.
Carlo nacque in una cascina dalla quale ha preso il nome la madre Angela, che purtroppo morì di infezione da parto. Era il più piccolo di due fratelli, con Lino Angela nato quattro anni prima di lui. Carlo mostrò presto la sua determinazione e il suo amore per la medicina, laureandosi all’Università di Torino nel 1899, all’età di soli 24 anni. Successivamente, frequentò i corsi di neuropsichiatria di Joseph Babinski a Parigi, arricchendo ulteriormente il suo background medico.
Nella sua vita, Carlo Angela ricoprì vari ruoli: medico, militare e politico. Prestò servizio come ufficiale medico della Croce Rossa Italiana durante la guerra italo-turca e la prima guerra mondiale, ottenendo due Croci al Merito di Guerra.
Dopo la prima guerra mondiale, entrò in politica, aderendo al movimento Democrazia Sociale. Tuttavia, le contraddizioni all’interno del partito lo spinsero a unirsi ai socialisti riformisti di Ivanoe Bonomi. Nonostante la sua candidatura alle elezioni del 6 aprile 1924, non fu eletto.
Quando, nel giugno del 1924, l’attivista e politico Giacomo Matteotti fu assassinato, Carlo Angela denunciò apertamente i fascisti, contribuendo a far luce su uno dei momenti più cupi della storia italiana.
Durante il periodo della dittatura fascista, Angela si trasferì a San Maurizio Canavese, dove assunse l’incarico di direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione“. È qui che si distinse per la sua eroica resistenza alla tirannia. Offrì rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificarne il ricovero.
Questa opera di soccorso, realizzata con l’aiuto del suo vice Brun, della madre Tecla e degli infermieri Fiore De Stefanis, Carlo e Sante Simionato, non passò inosservata: Angela fu convocato e interrogato dalla polizia fascista, rischiando anche la fucilazione.
Carlo Angela, dopo la Liberazione, fu nominato sindaco di San Maurizio Canavese. Divenne presidente dell’ospedale Molinette di Torino. Morì nel 1949 e ricevette sepoltura nel cimitero di San Maurizio Canavese.
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