Il 3 febbraio 2018 nel centro di Macerata, da un’automobile in movimento partirono alcuni colpi di pistola che ferirono 6 persone. Furono colpiti anche diversi edifici e negozi: tra questi anche la sede del Partito democratico.
I colpi furono sparati da una pistola semiautomatica, e più precisamente da una Glock 17. I luoghi interessati dalla sparatoria furono via Spalato, via Velini, Casette Verdini, Via Pancalducci, Borgo San Giuliano e Piediripa di Macerata. Nell’agguato rimasero feriti sei immigrati sudafricani di età compresa tra i 20 e 30 anni. Romano Carancini,
sindaco di Macerata, invitò i cittadini a non uscire di casa, bloccando i servizi di trasporto pubblico e chiedendo alle scuole di non far uscire i bambini.
Per la sparatoria viene arrestato Luca Traini: l’uomo, dopo aver esploso i colpi, sarebbe sceso davanti al monumento dei Caduti della città, facendo il saluto fascista. Con il tricolore al collo avrebbe gridato “Viva l’Italia” e si sarebbe consegnato spontaneamente ai
Carabinieri.
Chi è Luca Traini?
Luca Traini, che all’epoca della sparatoria aveva 28 anni, nel 2017 anni si era candidato con la Lega alle elezioni amministrative di Corridonia, senza ottenere alcuna preferenza. L’uomo, calvo e robusto, fece fuoco su alcune persone di colore, ferendone 6 prima di essere arrestato dalle forze dell’ordine.
Traini, dopo l’arresto, confessò di aver agito per vendicare la morte di Pamela Mastropietro, una ragazza di 18 anni uccisa e fatta a pezzi. I suoi resti furono ritrovati il 31 gennaio 2018. Luca Traini dichiarò che inizialmente intendeva recarsi in tribunale per uccidere Innocent Oseghale, lo spacciatore nigeriano accusato dell’omicidio della Mastropietro.
In seguito avrebbe cambiato idea decidendo aprire il fuoco contro persone di colore, in modo del tutto casuale. Nella sua abitazione furono ritrovate una bandiera con la croce celtica, una copia del Mein Kampf e altri oggetti ricollegabili all’estrema destra. Il suo nome, inoltre, è comparso sul caricatore dell’autore della strage avvenuta in Nuova Zelanda davanti a due moschee, il 15 marzo 2019.
Secondo le testimonianze di alcuni conoscenti e del titolare della palestra frequentata da Luca, l’uomo era andato da uno psichiatra che gli aveva diagnosticato una personalità borderline. Traini viveva con la nonna, avendo una situazione familiare disastrosa. L’uomo, inoltre, non riusciva a alcun tipo di lavoro.
Luca Traini: la condanna
Dopo essere stato arrestato, Luca Traini ha scelto di essere giudicato tramite rito abbreviato: il 3 ottobre 2018 è stato condannato dalla Corte di Assise di Macerata a 12 anni. L’accusa è di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. Oltre alla pena deve scontare tre mesi di libertà vigilata e risarcire le parti civili.
Secondo gli avvocati della difesa non sarebbero esistiti i motivi di odio razziale ma si sarebbe trattato di tentati omicidi e non di strage. La Corte di Cassazione ha però confermato la condanna per strage a 12 anni di reclusione il 24 marzo 2021.
La sentenza è arrivata dopo 4 ore di Camera di Consiglio presso il tribunale di Ancona. Secondo il procuratore generale Traini aveva intenzione di uccidere un numero indeterminato di persone. Lo dimostra la sequenza di colpi: 17 bossoli e 14 frammenti di proiettili rivolti a persone ed edifici e a distanza ravvicinata.
Fonte YouTube: Tv Centro Marche
