Il Generale Mario Mori, oltre ad occupare questa carica, è stato anche prefetto italiano. Ha avuto anche altri ruoli particolarmente importanti, visto che è stato anche comandante del ROS, oltre che direttore del SISDE. Svolse un’importante funzione soprattutto nell’ambito delle vicende dell’antiterrorismo e si occupò anche del caso del sequestro di Aldo Moro.
Infatti, nell’ambito di questo fatto, Mori è stato nominato comandante della sezione anticrimine a Roma, svolgendo un lungo periodo che lo vedrà in prima linea nella lotta al terrorismo. Ma cerchiamo di capire di più chi è Mario Mori.
La biografia del Generale Mario Mori
Il Generale Mario Mori è nato il 16 maggio del 1939 a Postumia Grotte. Si è diplomato a Roma, studiando al liceo classico, e poi ha frequentato l’Accademia Militare di Modena. Nel corso della sua carriera, come primo grado ottenuto, dobbiamo ricordare quello di tenente dei Carabinieri nel 1965.
Proprio quell’anno ha assunto il comando di un battaglione dei carabinieri di Mestre e qualche anno dopo arrivò alla tenenza di Villafranca di Verona, sempre nel ruolo di comandante. A partire dal 1972 ha prestato servizio nel Servizio Informazioni Difesa e poi viene trasferito al Nucleo Radiomobile dei Carabinieri a Napoli, come capitano. Ma, come abbiamo anticipato precedentemente, il suo ruolo più importante fu quello nell’antiterrorismo.
La lotta al terrorismo da parte del Generale Mori
Il 16 marzo del 1978, quando avvenne il sequestro di Aldo Moro, il Generale di cui stiamo parlando diventò comandante di una sezione anticrimine che si situava nell’ambito del reparto operativo della capitale italiana. Quell’anno avvennero fatti molto gravi, l’apice dei quali fu rappresentato dal ritrovamento di Moro ucciso il 9 maggio in via Caetani.
In quel periodo le sezioni anticrimine dei carabinieri vennero considerate essenziali per il contrasto al terrorismo, sia dal punto di vista operativo che investigativo. Mori agì soprattutto nel portare avanti le operazioni che portarono all’arresto di varie persone, come Francesco Piccioni, Pietro Mutti, Remo Pancelli e molti estremisti sia di destra che di sinistra.
Nel 1986 Mori assunse il comando del gruppo carabinieri di Palermo, incarico che porterà avanti fino al 1990. In Sicilia è un periodo difficile, in cui la criminalità organizzata, sotto la guida di Salvatore Riina, è propensa ad eliminare tutti coloro che ritiene un ostacolo. Mori intuisce che per combattere la mafia occorre utilizzare dei metodi alternativi, cercando di spezzare le collusioni che Cosa Nostra aveva intrecciato con la politica e il mondo imprenditoriale. A capo del ROS si adoperò anche per arrivare all’arresto di Riina, fra le vicende più clamorose del tempo.