Il massacro di Ponticelli è una notizia che fa parte della cronaca nera del nostro Paese e che risale al 2 luglio del 1983. Il fatto si svolse nel quartiere di Ponticelli di Napoli, in cui due bambine vennero rapite, torturate e uccise. Tre furono i giovani accusati di questa atrocità e tra di essi troviamo Giuseppe La Rocca. Con lui agirono anche Ciro Imperante e Luigi Schiavo. Ma chi è La Rocca e cosa fa oggi?
Cosa avvenne in quel fatidico 2 luglio del 1983
Barbara e Nunzia erano due bambine come tante di 7 e 10 anni che vivevano nello stesso complesso nella periferia di Napoli, a Ponticelli per la precisione. Sin da molto piccole erano amiche e giocavano spesso assieme, adoravano andare al mare con le amiche e trascorrere i pomeriggi in compagnia. Arriviamo al 2 luglio del 1983 quando Barbara e Nunzia dovevano andare a fare un giro con un uomo chiamato Gino e insieme ci doveva essere anche Silvana.
Quest’ultima non riuscì a raggiungere le amiche perché la nonna non era d’accordo a quell’uscita e glielo impedì. Le due bambine però non fecero mai rientro a casa e iniziarono le ricerche in tutto il quartiere. Solamente il giorno dopo i carabinieri furono condotti in un luogo in cui vennero ritrovati due corpi semi carbonizzati.
L’autopsia rivelò che le due bambine vennero torturate e successivamente uccise. Alla fine, dopo indagini e sospetti, ci furono tre sospettati che vennero ritenuti responsabili, ma che fino a quel momento erano incensurati. Si tratta di Ciro Imperante, Luigi Schiavo e Giuseppe La Rocca. Cosa sappiamo di quest’ultimo?
Chi è Giuseppe La Rocca?
I tre ritenuti responsabili della vicenda hanno trascorso ben 27 anni in carcere, ma di recente sono emerse delle nuove prove che li riterrebbero innocenti. Oggi Giuseppe La Rocca, come anche gli altri due, sono uomini adulti di sessant’anni e se fosse stato un errore, la loro vita è stata rovinata per sempre.
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I tre, all’ora ventenni si sono sempre dichiarati innocenti, ma non hanno mai smesso di lottare e di confidare nella giustizia. Dopo ben quarant’anni chiedono che il loro nome ritorni ad essere pulito e che il vero responsabile possa andare in carcere. Sarà Silvana, l’amica che non seguì Barbara e Nunzia a dare un’altra versione del responsabile. I tre uomini sostengono che nei loro confronti c’è stato un vero e proprio complotto si cui mai nessuno si è assunto le proprie responsabilità.