Franco Mottola, ex maresciallo dei Carabinieri, è una figura centrale nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone, un giallo che ha sconvolto l’Italia per oltre vent’anni. Accusato insieme alla moglie Anna Maria e al figlio Marco di omicidio e occultamento di cadavere, è stato assolto sia in primo grado che in appello. Ma chi è davvero Franco Mottola e qual è il suo legame con questo tragico caso?

Chi è Franco Mottola e la sua famiglia

Nato a Teano, Franco Mottola ha ricoperto per anni il ruolo di comandante presso la Caserma dei Carabinieri di Arce, piccolo comune in provincia di Frosinone. La sua famiglia comprende la moglie Anna Maria, casalinga, e il figlio Marco, oggi titolare di un’attività commerciale. Il 1° giugno 2001, quando Serena Mollicone fu uccisa, Mottola era alla guida della caserma, diventata il fulcro delle accuse.

Secondo le indagini, Serena sarebbe entrata nella caserma per denunciare una presunta attività di spaccio riconducibile a Marco. Da quel momento, non fu mai più vista viva.

Il caso Mollicone e le accuse contro Franco Mottola

Ti potrebbe interessareChi era Serena Mollicone: genitori, sorella, chi l’ha uccisa e storia vera del Delitto di Arce

L’omicidio di Serena Mollicone, diciottenne di Arce, rappresenta uno dei misteri più complessi della cronaca nera italiana. Serena fu trovata morta tre giorni dopo la sua scomparsa, con il corpo abbandonato in un bosco. L’autopsia rivelò che era stata picchiata e soffocata.

Le indagini puntarono alla caserma di Arce, dove Serena sarebbe stata vista entrare il giorno della sua scomparsa. L’accusa sostenne che Mottola, insieme alla moglie e al figlio, avesse avuto un ruolo diretto nel delitto. In particolare, si ipotizzò che Serena fosse stata colpita durante un litigio, sbattendo la testa contro una porta, e poi lasciata morire senza ricevere soccorsi.

Franco Mottola fu accusato anche di depistaggio, con l’obiettivo di coprire il coinvolgimento della sua famiglia. Tra le accuse, si menzionò il mancato verbale di dichiarazioni cruciali e la diramazione di false segnalazioni su veicoli sospetti, come la ricerca di una Lancia Y rossa invece che bianca, auto riconducibile al figlio Marco.

Le assoluzioni nei processi

Nonostante le gravi accuse, sia in primo grado che in appello, Franco Mottola è stato assolto. I giudici hanno stabilito che le prove raccolte non fossero sufficienti per dimostrare la colpevolezza degli imputati. Durante il processo di appello, è emerso che “non ci sono elementi in grado di attribuire il reato a Franco Mottola, alla moglie e al figlio”. Inoltre, si è parlato di “soggetti terzi rimasti ignoti” che potrebbero essere coinvolti nel delitto.