Antonia Maria Iannicelli ha dovuto vivere il peggiore dei dolori: la morte del figlio Nicola detto Cocò. Andiamo a ripercorrere la sua vita.

Uno dolore immane, tremendo proprio perchè è contro natura. Nessun genitore dovrebbe mai sopravvivere ai figli.

La sua storia è stata anche ripercorsa dal programma in onda su Rai1 Cose Nostre.

Nella trasmissione vengono raccontate storie di donne che hanno pagato a caro prezzo l’intromissione della criminalità organizzata.

Lei è stata coinvolta in prima persona negli affari della ndrangheta. Mai si sarebbe aspettata che questo avrebbe portato alla morte del figlio.

Chi è Antonia Maria Iannicelli

Un caso di cronaca che per la sua efferatezza, nel 2014, sconvolse l’Italia e spinse Papa Bergoglio a scomunicare “i mafiosi”.

Tutta la vita di Antonia Maria Iannicelli è infatti segnata da un lessico criminale che ne scandisce l’esistenza all’ombra della ‘ndrangheta e delle cosche che controllano la Piana della Sibaritide, in Calabria.

Da bambina osserva suo padre muoversi nel mondo dello spaccio per conquistare un posto di rilievo nel traffico degli stupefacenti, legandosi al clan degli zingari che occupano il quartiere di Timpone Rosso nel paese di Cassano allo Ionio.

È un’educazione che la porta a sbagliare e a spacciare lei stessa. Dal carcere, nel quale ha scontato la pena, descrive i tragici avvenimenti che portarono alla morte di suo figlio Nicola, il piccolo Coco’.

Quella Antonia Maria Iannicelli è la storia di una madre costretta a pagare fino alle estreme conseguenze le regole di una ‘ndrangheta spietata.

Una vicenda che ha riempito le pagine dei giornali. I media si sono occupati a fondo di questa vicenda.

Quello che è certo è che la donna ha pagato il prezzo più alto possibile per le sue azioni.

Perdere un figlio rimane il dolore più grande si possa vivere. Una tragedia che ha sconvolto per sempre la sua vita.

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