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La storia della famiglia Vaccaro Notte è un esempio tragico e doloroso della lotta contro la criminalità organizzata. Questo articolo è dedicato ad Angelo Vaccaro Notte, il terzo fratello di una famiglia che ha pagato un prezzo altissimo nella lotta contro la mafia.
Angelo Vaccaro Notte è nato a Sant’Angelo Muxaro, in provincia di Agrigento. A differenza dei suoi fratelli Salvatore e Vincenzo, che emigrarono in Germania nel 1979 a causa della mancanza di opportunità lavorative, Angelo riuscì a rimanere nel suo paese natale, avendo ottenuto un posto di lavoro nel Corpo forestale dello Stato.
Nel 1998, i fratelli Vaccaro Notte, dopo aver risparmiato un discreto capitale svolgendo l’attività di pizzaioli in Germania, tornarono in Sicilia per avviare un’impresa di pompe funebri. Questa attività li pose in diretta concorrenza con la ditta di onoranze funebri dei fratelli Milioto, considerati vicini alla famiglia mafiosa Fragapane di Santa Elisabetta.
Salvatore e Vincenzo Vaccaro Notte si distinsero per l’intraprendenza commerciale e l’osservanza delle normative istituzionali, conquistando il favore degli abitanti del luogo. Tuttavia, il loro successo attirò l’attenzione indesiderata della “Cosca dei Pidocchi“, il gruppo mafioso locale. Dopo aver rifiutato ogni compromesso, i due furono brutalmente uccisi: Vincenzo il 3 novembre 1999, e Salvatore il 5 febbraio 2000.
Dopo l’omicidio dei suoi fratelli, Angelo Vaccaro Notte decise di non restare in silenzio. Pur non essendo direttamente coinvolto nell’impresa di pompe funebri, Angelo si fece portavoce delle storie dei suoi fratelli, decidendo di collaborare con le forze dell’ordine. Raccontò i retroscena dei due omicidi e le pressioni subite dalla sua famiglia, diventando un testimone di giustizia e venendo per questo sottoposto al programma di protezione assieme ai suoi familiari.
Grazie alla testimonianza di Angelo e all’indagine delle forze dell’ordine, il 10 maggio 2006 furono arrestati noti mafiosi latitanti. Gli assassini dei fratelli Vaccaro Notte, Giuseppe Vaccaro e Pietro Mongiovì, furono indiziati e arrestati. Giuseppe Vaccaro confessò subito dopo l’arresto e divenne collaboratore di giustizia, mentre Pietro Mongiovì collaborò con i giudici, ma si suicidò il 21 aprile 2007 nella cella del carcere di Padova.
La testimonianza e il coraggio di Angelo Vaccaro Notte hanno portato alla luce una dolorosa verità e hanno contribuito a rendere giustizia per la tragica sorte dei suoi fratelli. La sua storia è un esempio di coraggio e determinazione nella lotta contro la criminalità organizzata.
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