La fiction Il nostro generale racconta la storia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si tratta di una serie molto interessante, che viene proposta a qualche mese dai 40 anni dalla strage che ha determinato la morte del generale, un evento che è avvenuto il 3 settembre 1982.
Nella fiction vengono raccontate le vicende del generale e del Nucleo Speciale Antiterrorismo che è stato creato proprio da Dalla Chiesa, con l’obiettivo di mettere a punto un preciso lavoro in favore della giustizia nel nostro Paese.
Il covo di Via Monte Nevoso
Uno degli episodi che riguardano l’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e del Nucleo Speciale Antiterrorismo è quello che si intreccia con i fatti di Via Monte Nevoso a Milano. Era l’1 ottobre del 1978.
Gli uomini del generale stavano pedinando Lauro Azzolini, un brigatista, e hanno individuato un covo, che si trovava proprio in via Monte Nevoso nella città lombarda. Furono effettuate delle perquisizioni del covo per diversi giorni e nel luogo che è stato ritrovato sono stati messi i sigilli.
Secondo quanto si è avuto modo di sapere, in quell’occasione sono state scoperte delle pagine relative al memoriale di Aldo Moro. I documenti sono stati, quindi, consegnati proprio al generale Dalla Chiesa, dopo aver effettuato delle copie e dopo la verbalizzazione che è stata effettuata dalla Magistratura.
Il Memoriale Moro
Ma a che cosa si fa riferimento quando si parla del Memoriale Moro? Si tratta di alcuni testi che sono stati realizzati a mano proprio da Aldo Moro, nel periodo in cui era prigioniero delle Brigate Rosse. Queste ultime furono protagoniste del rapimento del presidente della Democrazia Cristiana nel 1978.
I documenti in questione sono emersi in due situazioni. Nel primo caso si parlò di una scoperta proprio da parte del Nucleo Speciale Antiterrorismo del generale Dalla Chiesa, quando fu individuato il covo di Via Monte Nevoso, nel 1978.
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In una fase successiva furono trovati altri documenti del Memoriale Moro, sempre all’interno del covo brigatista di Milano, in occasione di una ristrutturazione che è stata effettuata nel 1990.
In questa situazione è stato osservato che era presente un pannello in un’intercapedine nella parete. Questo pannello non sarebbe stato inizialmente notato nella prima irruzione avvenuta nel 1978.
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Si tratta di documenti importanti quelli che sono stati ritrovati, perché contengono dei testi scritti a mano direttamente da Aldo Moro nel corso della prigionia, su alcuni fogli a quadretti tratti da vari blocchetti.
