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Che lavoro faceva Emanuela Setti Carraro la moglie del generale Dalla Chiesa? La verità

Lavoro di Emanuela Setti Carraro

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Il nome di Emanuela Setti Carraro è conosciuto a molti e viene associato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si pensa che anche lei fosse stata presa di mira dalla mafia in quanto era a conoscenza di alcune informazioni importanti. Ma sapete chi era e che lavoro faceva?

Emanuela Setti Carraro, chi era e che lavoro faceva 

Classe 1950, Emanuela Setti è stata la seconda moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nasce il 9 di ottobre a Borgosesia e proviene da una famiglia milanese benestante. Entrambi i genitori di Emanuela erano reduci dalla guerra e successivamente attivi nel settore della lana.

Ferdinando Giulio Setti, il papà, era un ufficiale volontario nello scontro greco albanese, mentre la mamma Maria Antonietta Carraro era un’infermiera volontaria nella Croce Rossa. Emanuela aveva anche due fratelli, Giovanni Maria, un mercante d’arte e Paolo Giuseppe, un medico.

Emanuela decide di seguire le orme della mamma e si diploma come infermiera della CRI, le cui mansioni erano quelle di un’infermiera generica. Il suo primo impiego fu presso l’ospedale militare di Milano e successivamente nelle sale operatorie. In seguito, lavorò come infermiera nella caserma di Santa Barbara (Milano) dove introdusse l’ippoterapia.

Emanuela Setti e la sua vita privata

Emanuela Setti Carraro si innamora di Carlo Alberto Dalla Chiesa e il 10 di luglio del 1982 si sposano. Lui era rimasto vedovo dal 1978  quando la sua prima moglie morì a causa di un infarto. In realtà, il generale fu molto titubante circa questo matrimonio, non per i sentimenti, ma per la grande differenza d’età. Lei infatti era più giovane di lui di 30 anni.

Alle ore 21.30 di venerdì 3 settembre 1982 Emanuela era alla guida della sua macchina, una A112 e accanto aveva suo marito Carlo Alberto Dalla Chiesa quando una macchina li raggiunse e sparò diversi colpi di arma da fuoco sulla macchina colpendo entrambi. Il corpo di lui è stato trovato mentre abbracciava la giovane moglie come se tentasse di proteggerla.

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Emanuela non fu la prima donna ad essere uccisa per mano della mafia, ma questo evento fece parecchio riflettere e discutere. Tuttavia, si pensò che i Cosa Nostra presero di mira anche la moglie di Dalla Chiesa perché era a conoscenza di alcune informazioni scomode. Infatti, dopo la loro morte per ben 11 giorni non si riuscirono a trovare le chiavi della cassaforte che avevano in casa.

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Al loro ritrovamento, le forze dell’ordine la aprirono, ma purtroppo era vuota. In un secondo momento si era capito come mai il generale diceva spesso alla moglie che se gli fosse successo qualcosa lei poteva presentare il “nero su bianco”.

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